L’inchiesta “Torrente” due anni fa provocò un vero terremoto giudiziario. Le indagini dei Carabinieri del Ros consentirono di scoprire i condizionamenti esercitati dal potente clan mafioso dei Mazzarroti, sulle elezioni amministrative nel Comune di Furnari, del maggio del 2007. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali ma anche le riprese filmate e fotografiche, documentarono le presssioni mafiose compiute in particolare dai boss Carmelo Bisognano e Tindaro Calabrese per dirottare i voti su Salvatore Lopes che poi fu eletto primo cittadino.
Oggi i sostituti procuratori della Dda Giuseppe Verzera e Angelo Cavallo, hanno chiesto il rinvio a giudizio per sette indagati fra esponenti politici, boss mafiosi e fiancheggiatori. La richiesta ha raggiunto il capo dell’ala scissionista dei Mazzarroti, Tindaro Calabrese e lo stesso ex sindaco di Furnari Salvatore Lopes. Secondo l’accusa Lopes, eletto con i voti del clan, si sarebbe sdebitato agevolando l’organizzazione mafiosa nell’assegnazione di appalti pubblici relativi ai lavori di sistemazione dei danni provocati dall’alluvione. Non solo ma il sindaco avrebbe rilasciato autorizzazioni commerciali a persone ritenute vicine ai boss.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata anche per l’imprenditore turistico di Portorosa Leonardo Arcidiacono e per il guardiacaccia Sebastiano Placido Geraci di Furnari. Con Calabrese avrebbero esercitato pressioni, con il sistema mafioso dell’intimidazione, nei confronti di un candidato della lista avversaria.
Infine la richiesta ha riguardato anche l’imprenditore edile Roberto Munafò, il boss, oggi pentito, carmelo Bisognano e la sorella Vincenza. Munafò avrebbe affidato i lavori pubblici che si era aggiudicato proprio all’impresa dei fratelli Bisognano.
L’ex sindaco Salvatore Lopes è accusato di concorso esterno nell’associazione mafiosa.