MESSINA – Salvatore Micale sarà ascoltato dalla Corte d’appello chiamata a vagliare la sentenza di primo grado dell’operazione Nebrodi, la maxi inchiesta interforze contro i clan di Tortorici e gli interessi della mafia dei pascoli che fanno affari con droga e truffe Agea.
I verbali del pentito entrano perciò nel già ricco faldone processuale e serviranno a “puntellare” le accuse della Procura di Messina, che ha chiesto, nell’atto d’appello, la conferma delle condanne disposte in primo grado ma anche di ripristinare la colpevolezza di diversi imputati che invece sono stati scagionati dal Tribunale di Patti.
La Corte ha accolto la richiesta dell’Accusa di riaprire il dibattimento, rinnovando l’istruttoria soltanto per quel che riguarda proprio l’acquisizione delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia ex affiliato alla famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto. Micale sarà ascoltato alla prossima udienza del 22 marzo. Le sue rivelazioni, insieme agli altri accertamenti, sono alla base dell’operazione Nebrodi 2, scattata lo scorso 6 febbraio.
Tra gli arrestati alcuni protagonisti del primo blitz di gennaio 2020. Micale in particolare ha confermato i sospetti degli inquirenti relativi alla caratura criminale delle “nuove” famiglie come di storici esponenti dei batanesi e dei Bontempo Scavo.