Cronaca

Mafia dei pascoli, ecco perché l’accusa voleva 90 condanne

MESSINA – 26 conferme e la riforma della sentenza di primo grado per 62 imputati. Era stata questa la richiesta dell’accusa alla Corte d’Appello (presidente Tripodi) avanzata ad aprile scorso alla fine di una articolata requisitoria del processo Nebrodi. Al banco dei Pm, il Procuratore generale Giuseppe Lombardo che, depositando ai giudici il dettaglio delle conclusioni per ogni singolo imputato, ha sollecitato la confisca di quanto sequestrato al momento degli arresti.

Il processo

A tirare le fila e ricostruire il processo erano stati invece i pubblici ministeri Antonio Carchietti (oggi a Palermo) e Fabrizio Monaco, che ha seguito anche il processo di primo grado accanto al procuratore aggiunto Vito Di Giorgio. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia hanno ricostruito le loro tesi relative, rispettivamente, agli imputati, per i quali ha depositato appello la Procura e quelli per i quali sono stati i difensori a chiedere il vaglio dei giudici di secondo grado.

Le nuove famiglie di Tortorici e il ruolo dei C.A.A. nelle truffe Agea

Al centro dell’appello della Procura c’erano due aspetti in particolare, della sentenza di primo grado decisa nel 2022 dal Tribunale di Patti. Ovvero l’appartenenza al clan di una parte delle famiglie scagionate dall’accusa di associazione con la sentenza del 31 ottobre 2022. Si tratta delle cosidette “nuove famiglie” messe sotto i riflettori con Nebrodi 2, scattata a febbraio scorso, e su cui ha riferito il pentito di Barcellona Salvatore Micale. Poi il ruolo della gran parte dei responsabili e operatori dei Centri di assistenza agricola, secondo l’accusa pienamente coinvolti nelle truffe Agea ma che invece il Tribunale di Patti ha a vario titolo scagionato.

Il dettaglio delle richieste

Nel dettaglio, l’accusa aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado (sono in sostanza condanne) per: Pasqualino Agostino Ninone, Sebastiano Armeli, Calogero Barbagiovanni, Salvatore Bontempo, Giuseppe Bontempo, Sebastiano Bontempo, Sebastiano Bontempo Scavo, Salvatore Calà Lesina, Gino Calcò Labruzzo, Jessica Coci, Denise Conti Mica, Sebastiano “Belloccio” Conti Mica, Ivan Conti Taguali, Giuseppe “Rummuluni” Costanzo Zammataro, Loretta Costanzo Zammataro, Romina Costanzo Zammataro, Sara Maria Crimi, Sebastiano Destro Mignino, Vincenzo Galati Giordano (classe 1958), Daniele Galati Pricchia, Mario Gulino, Alfred Hila, Francesco Protopapa, Reale Angelamaria, Giuseppina Scinardo, Mirko Talamo.

Sì al concordato per Maria Chiara Calabrese, Antonino Calì, Valentina Foti, Roberta Linares, Caterinella Jessica Mancuso. Non doversi procede per prescrizione, invece, per: Alessio Bontempo e Gino Bontempo.

Per tutti gli altri imputati la Procura aveva chiesto la riforma della sentenza di primo grado, concedendo ad alcuni “sconti di pena” o assoluzioni parziali, mentre per altri era stato invece sollecitato il ripristino dell’accusa e la condanna:

2 anni (o in subordine la prescrizione) per Laura Arcodia, 10 anni e 2 mesi per Giuseppe Armeli, 11 anni e 2 mesi per Armeli Moccia Giuseppe, 14 anni e 4 mesi per Rita Armeli Moccia, 6 anni e 8 mesi per Salvatore Armeli Moccia, 10 anni per Andrea Caputo, 13 anni e 2 mesi per Antonio Caputo, 3 anni e 8 mesi per Arturo Carcione, 5 anni per Giuseppe Carcione, 18 anni per Domenico Coci, 11 anni e 8 mesi per Carolina Coci, 13 anni e 2 mesi per Rosaria Coci, 13 anni e 8 mesi per Sebastiano Coci, 4 anni e 8 mesi per Giusy Conti Pasquarello, 9 anni e 10 mesi per Massimo Costantini, 3 anni e 4 mesi per Antonia Costanzo Zammataro, 2 anni e 8 mesi per Claudia Costanzo Zammataro, 2 anni e 4 mesi per Giuseppe Costanzo Zammataro (classe 1950), 17 anni e 7 mesi per Giuseppe “Carritteri” Costanzo Zammataro, 5 anni e 8 mesi per Valentina Costanzo Zammataro, 4 anni e 4 mesi per Barbara Crascì, 10 anni e 8 mesi per Katia Crascì, 15 anni e 9 mesi per Lucio Attilio Rosario Crascì, 3 anni e 8 mesi per Salvatore Antonino Crascì, 14 anni e 9 mesi per Sebastiano Crascì, 17 anni e 4 mesi per Sebastiano Craxi, 5 anni e 2 mesi per Salvatore Dell’Albani, 3 anni e mezzo per Santo Destro Mignino, 15 anni per Marinella Di Marco, 3 anni e 4 mesi per Maurizio Di Stefano, 14 anni per Antonino Faranda, 30 anni per Aurelio Salvatore Faranda, 12 anni e 8 mesi per Davide Faranda, 14 anni e 2 mesi per Emanuele Antonino Faranda, 14 anni e 4 mesi per Gaetano Faranda, 13 anni per Gianluca Faranda, 17 anni e 2 mesi per Massimo Giuseppe Faranda, 12 anni e 8 mesi per Rosa Maria Faranda, 10 anni e 9 mesi per Giuseppe Ferrera, 10 anni per Innocenzo Floridia, 21 anni e 11 mesi per “Lupin” Vincenzo Galati Giordano, 3 anni e 4 mesi per Santo Galati Massaro, 13 anni e 8 mesi per Emanuele Galati Sardo, 5 anni e 2 mesi per Giuseppina Gliozzo, 11 anni e 8 mesi per Giuseppe Pietro Lombardo Facciale, 10 anni e 8 mesi per Francesca Lupica Spagnolo, 12 anni e 2 mesi per Rosa Maria Lupica Spagnolo, 4 anni e mezzo per Cristoforo Mancuso, 13 anni e 2 mesi per Agostino Antonino Marino, 5 anni e 3 mesi per Rosario Marino, 14 anni e 4 mesi per Giuseppe Natoli, 8 anni per Antonino Angelo Pateriniti Barbino, 5 anni per Massimo Pirriatore, 12 anni e 9 mesi per Elena Pruiti, 5 anni per Danilo Rizzo Scaccia, 11 anni per Giuseppe Scinardo Tenghi; 10 anni e mezzo per: Angelica Giusy Spasaro, Giuseppe Natale Spasaro, Salvatore Terranova; 14 anni e un mese per Antonia Strangio, 15 anni e 5 mesi per Giovanni Vecchio, 12 anni e mezzo per Carmelino Zingales.