Il Tribunale del Riesame ha annullato l'ordinanza emessa lo scorso 6 luglio dal Gip Salvatore Mastroeni per l'avvocato Andrea Lo Castro, limitatamente alle accuse di intestazione fittizia di beni e riciclaggio. Il Tdl ridimensiona così il quadro accusatorio nei confronti del legale, almeno sotto il profilo cautelare, in relazione al quale rimane però in piedi la più grave accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il professionista resta quindi ai domiciliari.
"La decisione odierna, resa a seguito di una lunga camera di consiglio nel corso della quale mi sono duramente confrontato coll'ufficio di Procura in persona dell'aggiunto Sebastiano Ardita – commenta il difensore avvocato Nino Favazzo – costituisce un ulteriore passo in avanti verso un definitivo chiarimento della posizione processuale dell'Avv. Lo Castro. L'annullamento dell'ordinanza cautelare, in relazione ai reati fine, impone la rivisitazione e il radicale ridimensionamento del quadro indiziario, anche in relazione alla residuale contestazione di concorso esterno, radicalmente minato dal provvedimento del Tribunalale.
Il professionista nativo di Militello Rosmarino è coinvolto nell'inchiesta del Ros dei Carabinieri denominata Beta sugli affari di Vincenzo Romeo, nipote del boss catanese Nitto Santapaola trapiantato a Messina, che negli anni ha allargato il suo giro d'affari dal gioco d'azzardo on line e le slot machine alle costruzioni, passando per il settore dei servizi sanitari e altre attività.
L'indagine, dopo aver ricostruito quali attività sono ricondicibili ai Romeo e i loro investimenti nelle aziende di Carlo Borella attraverso il socio Biagio Grasso, delinea il ruolo dell'avvocato Lo Castro, "da consigliere a consigliori".
Rinchiuso in carcere, a Lo Castro sono stati concessi i domiciliari dopo l'interrogatorio di garanzia.