Nel giorno del ricordo del sacrificio di Giovanni Falcone, della moglie e di tre agenti della scorta a Capaci, 23 maggio 1992, dopo le celebrazioni svoltesi a Palermo la Commissione Bicamerale Antimafia presieduta dall'on. Rosy Bindi ha fatto tappa al Parco dei Nebrodi per un'audizione sul fenomeno della "mafia dei pascoli.
Presso la sede di rappresentanza dell'Ente a "Palazzo Gentile" di Sant'Agata di Militello si è svolta un'audizione delle massime cariche istituzionali della provincia come il vice prefetto Cerniglia, ill questore Cucchiara, il procuratore Lo Forte, e i vertici provinciali dei corpi di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia.
Infine, la deputazione ha ascoltato anche le testimonianze di Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, e Daniele Manganaro, responsabile del Commissariato di Sant'Agata di Militello, protagonisti dello sventato agguato di mercoledì notte tra Cesarò e San Fratello.
Un tentativo di "imboscata" e di attacco ad Antoci quale vendetta per l'azione intrapresa con risolutezza e fermezza per il rispetto dei principi di legalità e trasparenza ha denunciato quel fenomeno criminale che si stava perpetuando con delle frodi compiute nello sfruttamento di terreni agricoli e boschivi da soggetti vicini ad ambienti malativosi che si aggiudicavano finanziamenti e sovvenzioni pubbliche di natura communitarie, aggirando le pieghe di una farraginosa macchina burocratica in cui certo sussisteva qualche connivenza dei "colletti bianchi".
Presenti oltre alla deputata Rosy Bindi, il vicepresidente Claudio Fava, il segretario Angelo Attaguile, ed i componenti Corradino Mineo, Laura Garavini, Ernesto Carbone, Salvatore Torrisi, Mario Michele Giarrusso, Francesco D'Uva, Stefania Prestigiacomo e Giuseppe Lumia.
"Siamo qui per esprimere la nostra solidarietà e la nostra ammirazione al presidente Antoci – ha dichiarato il presidente Bindi nell'incontro con la stampa accompagnata dalla deputazione presente all'incontro – e tutti coloro l'affiancano che incoraggiamo a proseguire nella loro azione legale che non si è fermata all'applicazione, ma l'ha ampliata con nuove regole generando la risposta della mafia. Siamo qui anche per capire con gli elementi che abbiamo acquisito molto importanti che aprono nuovi capitoli di lavoro per la nostra polizia. Questo è un settore troppo importante che non riguarda solo la Sicilia, perché attorno ai fondi europei gira un patrimonio enorme di denaro di cui le mafie si appropriano sottraendolo allo sviluppo ed alla crescita di di queste terre, crediamo che servano degli interventi in maniera preventiva e per cui faremo le nostre proposte".
(Giuseppe D'Amico)