“Quest’episodio è una grave intimidazione per tutta la stampa libera e i cittadini onesti”. Si conclude così, senza mezzi termini, la vignetta che Lelio Bonaccorso ha dedicato ad Antonio Mazzeo, in cui viene illustrato, con i tratti eleganti tipici della mano del fumettista messinese, il grave episodio che ha visto venerdì scorso l’intera giunta comunale di Falcone querelare il giornalista per un’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nel territorio della cittadina tirrenica. La vignetta si conclude con l’esortazione ad iscriversi al gruppo facebook “io sto con Mazzeo”, che corre verso il migliaio di iscritti. Già nelle prime ore dalla diffusione della notizia, la reazione sul social network è stata di grande sconcerto e sono fioccati gli attestati di stima e solidarietà da parte di intere redazioni, colleghi, politici, attivisti e semplici cittadini, sulla bacheca del giornalista reo di aver pubblicato nomi, date e luoghi. Niente di meno, ma neanche niente di più. “Falcone colonia di mafia” aveva scritto. Questo ha fatto inviperire l’amministrazione della cittadina che ha querelato – ovviamente con soldi pubblici – il giornalista per “danni all’immagine e alla reputazione dei cittadini”. Nella delibera che dà mandato ad un avvocato barcellonese a procedere con la querela, però, non c’è nulla contro i contenuti effettivi dell’articolo. Come dire che i fatti possono anche essere quelli descritti, ma guai a chiamarli con il loro nome. “Accade purtroppo raramente di incontrare giornalisti seri e liberi, che ogni giorno offrono ai lettori servizi e inchieste di alto livello e troppo spesso si cerca di metterli a tacere”. Così Ketty Bertuccelli nel suo comunicato di solidarietà a nome della Segreteria provinciale PRC-FdS di Messina, biasima l’iniziativa di querelare il giornalista. Il Prc messinese nello schierarsi al fianco dell’autore di opere del calibro di “Sicilia armata”, “Le mani sull’università” e “I padrini del ponte”, è laconico: “La decisione dell’amministrazione di Falcone di querelare Antonio Mazzeo appare più che mai scellerata”. Raddoppia le accuse Mimmo Cosentino, sempre del PRC ma segretario a livello regionale: “L’azione del Sindaco e della giunta nei confronti di Antonio Mazzeo, colpevole di svolgere con grande autonomia di pensiero e indipendenza di giudizio il suo lavoro di giornalista free lance, e , nello specifico, di avere denunciato gli intrecci affaristici tra mafia, imprenditoria e potere politico – un vero e proprio partito del cemento – va respinta e denunziata all’opinione pubblica e alla coscienza civile siciliana e nazionale”. Nella vignetta di Bonaccorso – l’autore del romanzo a fumetti della vita e dell’omicidio di Peppino Impastato, vero e proprio gioiello per la qualità delle tavole e per l’omaggio alla memoria del giovane di Cinisi realizzato raccogliendo la testimonianza accurata e spesso dolorosa della madre – si vede un uomo solo con il suo pc. Un uomo solo – lo stesso Mazzeo – che lavora per la collettività. Nello schermo si legge l’attacco, ormai celebre, dell’articolo incriminato, pubblicato sulla rivista online “I siciliani giovani” : “Poteva essere il paradiso. Invece è cemento, cemento, cemento”. Comincia così la sua inchiesta Antonio Mazzeo, per poi ricostruire i delitti a sfondo mafioso che dal 1991 hanno insanguinato la cittadina stretta tra Tindari e Milazzo, denunciare la speculazione edilizia fino ad arrivare al cuore degli organi amministrativi di Falcone, riferendo accuse di condizionamento criminale sui risultati delle elezioni del 2011 e di posti di lavoro in enti pubblici assegnati con metodi molto poco ortodossi. Tutto questo è descritto nel documento di denuncia consegnato al Prefetto di Messina da parte del gruppo di opposizione “Falcone città futura”. Infine, vengono riportate nell’articolo anche le testimonianze di qualche collaboratore di giustizia. Nelle motivazioni ufficiali della delibera che apre la strada alla querela spicca la preoccupazione che un simile articolo possa spaventare i turisti. Un po’ come avere il cancro e preoccuparsi di perdere i capelli…
(Eleonora Corace)