Non sono più ai domiciliari i tre medici coinvolti nell’inchiesta sugli interventi di chirurgia estetica “sospetti” eseguiti al Policlinico tra il 2011 e il 2013. Il Tribunale del Riesame ha difatti stabilito che Letterio ed Enrico Calbo, padre e figlio, e Massimo Marullo potranno essere liberi.
Per i primi due, difesi dall’avvocato Giuseppe Carrabba, la pena è stata attenuata dai domiciliari all’interdizione di un anno dalla professione medica. Le motivazioni con cui il legale aveva avanzato il ricorso riguardavano il fatto che Enrico Calbo non lavorava più al Policlinico dal 2014, mentre al padre Letterio veniva contestato un omesso controllo relativo ad un intervento eseguito da un terzo medico.
Stesso provvedimento per Massimo Marullo, difeso dall’avvocato Piero Pollicino, che durante l’interrogatorio dinnanzi al Gip Tiziana Leanza aveva preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Anche per lui, la decisione è stata quella di attenuare la pena dai domiciliari all’interdizione di un anno dalla professione medica.
L’inchiesta, coordinata dal Sostituto Procuratore Antonella Fradà, aveva preso avvio da un’indagine interna all’azienda ospedaliera del 2013, avviata dopo una segnalazione pervenuta all’allora dg Pecoraro. Il direttore generale aveva poi girato la segnalazione alla commissione guidata dal direttore sanitario Paolina Reitano, che a sua volta aveva esaminato diversi interventi effettuati dal terzetto, in particolare quelli di chirurgia estetica al seno con l’applicazione di protesi.
Diverse le anomalie rilevate dalla commissione, sia per quel che riguardava le protesi sia per la certificazione del tipo di intervento adoperato. Gli accertamenti della sezione giudiziaria della Polizia, guidata dal dirigente Fabio Ettaro, avevano poi evidenziato che in almeno 8 casi i medici avevano trattato come tumori patologie che tali non erano. (Veronica Crocitti)