Arriva a sentenza, ma siamo ancora al primo grado, il processo scaturito dall’operazione Ninetta, scattata ben 9 anni fa e confluita nel 2008 in un unico troncone insieme agli imputati dell’operazione successiva, battezzata Nemesi. Erano le 19.30 quando i giudici della II sezione penale del Tribunale (presidente Samperi ) hanno emesso il verdetto, decidendo 22 condanne e 38 tra assoluzioni totali e prescrizioni. Per i condannati cadano alcune accuse, in particolare quella legata allo spaccio di droga.
Ecco il verdetto: Ventidue anni e 4 mesi per Franco Trovato, 20 anni e sei mesi per Antonino Bonaffini, 10 anni per Carmelo Bonaffini, 8 anni per Domenico Chiofalo e Michele Alberto, 8 anni e 4 mesi per Michele Faraci, 10 anni e due mesi di reclusione per Pietro Mazzitello, 8 anni e un mese per Nunzio Parisi, Francesco Scalise, Giuseppe Villari e Francesco Pergolizzi, 13 anni e 3 mesi per Roberto Parisi, 10 anni e un mese per Giorgio Passari e Francesco Antonino Trovato, 10 anni e 4 mesi per Rocco Rao, 8 anni e 5 mesi per Marcello Sigilli. Per i due Bonaffini, Pietro Mazzitello, Roberto Parisi, Giorgio Passari, Rocco Rao, Franco Trovato e Turiano la Corte ha deciso 3 anni di libertà vigilata.
Assoluzioni e prescrizioni totali per Gianfranco Abate, Andrea Bucca, Enrico Caleca, Maurizio Cariolo, Carmela Catalfamo, Riccardo Giambò, Marco Guglielmo, Alfio Leonardi, Natale Milia, Massimo Origlia, Sebastiano Ragusa, Daniele Santovito, Letterio Sottosanti, Alfredo Trovato, Giuseppe e Pietro Viola, Giacinto Zangari, Domenico Cavò, Albino Celano, Pietro Coppolino, Giovanni Cortese, Alberto d’Andrea, Giorgio Davì, Giuseppe De Francesco, Nunzio Di Pietro, Marco Lanzafame, Domenico De Marco, Rosario Grillo, Letterio Immormino, Giuseppe Iudicone, Giuseppe Minardi, Giuseppe Orlando, Tindaro Puglisi, Valentino Rizzo, Girolamo Stracuzzi, Pietro Sturniolo, Giuseppe Trischitta, Antonino Trovato.
Il blitz scattò nel luglio del 2006 alla fine di una indagine che interessò ben 91 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa e traffico di droga, acquistata per lo più reinvestendo i proventi delle rapine. Sette i gruppi criminali mappati dagli investigatori, che quando fecero scattare le manette sequestrarono oltre 15 chili di stupefacente. I rifornimenti avvenivano in Calabria, a Catania, Noto, Siracusa, Enna, Marsala, ma anche Napoli e Novara. L’operazione venne chiamata “Ninetta” dal soprannome di Antonino Bonaffini, della omonima famiglia nota per l’impero costruito sui prodotti ittici, ai quali nel 2011 sequestrarono un patrimonio stimato in oltre 450 milioni di euro.
L’inchiesta si è avvalsa delle dichiarazioni di 4 pentiti, tra cui i fratelli Carmela e Francesco Portogallo, che decisero di collaborare con la giustizia all’indomani dell’omicidio del meccanico Emanuele Burrascano, assassinato in via San Cosimo nel 2002.