Ottomila docenti universitari di 65 Università italiane in riunione contemporanea presso i vari Rettorati. Hanno chiesto l’appoggio dei rettori alla richiesta di un immediato sblocco degli scatti stipendiali della docenza universitaria. Gli scatti sono stati di nuovo bloccati a partire dal 1° gennaio di quest’anno, per il quinto anno consecutivo, mentre a tante altre categorie del pubblico impiego (tra gli ultimi i loro colleghi del Cnr) il blocco è stato via via revocato.
La richiesta avanzata al Governo è che, come per le altre categorie del pubblico impiego, gli scatti stipendiali vengano sbloccati a partire dal 1° gennaio del 2015.
I docenti hanno consegnato ai rettori una lettera in cui chiedono loro un’azione incisiva e concreta a sostegno delle loro richieste, fino ad arrivare a prospettare al Governo e al Ministro le dimissioni in massa di tutti i rettori.
Ecco il testo della lettera: “In questo stesso momento in cui noi consegniamo a lei questa lettera, migliaia di docenti universitari sono presenti nei Rettorati delle loro Università e loro delegazioni stanno consegnando una lettera identica a questa a tutti i loro rettori. Numerosi docenti di questo Ateneo stazionano ora nell’anticamera del suo Rettorato per sostenere l’iniziativa. Ci rivolgiamo a lei per portare le nostre istanze nei riguardi del blocco degli scatti stipendiali della docenza universitaria, scatti di nuovo bloccati a partire dal 1° gennaio di quest’anno, per il quinto anno consecutivo, mentre a tante altre categorie del pubblico impiego tale blocco è stato via via revocato. Tra gli ultimi i colleghi del Cnr, dal 1° gennaio 2015. A parte il danno economico, il perdurare del blocco solo nei nostri riguardi ci appare discriminatorio e lesivo della nostra dignità di docenti universitari, quasi che noi soli ormai si faccia parte della spesa improduttiva che è bene, ma anche facile, tagliare.
Come lei certamente saprà, noi chiediamo al Governo che (come per le altre categorie del pubblico impiego): 1) a partire dal 1° gennaio del 2015 gli scatti stipendiali vengano sbloccati; 2) che il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici, con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco degli scatti del 1° gennaio 2015.
Per essere più chiari ed evitare equivoci ribadiamo che non chiediamo nessuna restituzione per il quadriennio 2011-2014, anche per spirito di solidarietà nei riguardi di tutto il pubblico impiego che in tale quadriennio è stato sacrificato insieme a noi. Al di là degli aspetti economici, con questo ennesimo blocco la docenza universitaria viene demotivata e mortificata. Riteniamo che non possano non preoccuparla i riflessi sugli aspetti istituzionali che più la riguardano nella sua posizione di rettore. Una classe docente demotivata e mortificata non è certamente utile per il progresso dell’Università. A fronte anche dall’insostenibile burocratizzazione di ogni attività (anche questa è una questione molto sentita) e dell’azzeramento dei fondi per la ricerca, occorre infondere un minimo di fiducia e speranza, di apprezzamento per il lavoro svolto dalla docenza; altrimenti la qualità dell’Università subirà un declino inevitabile. A lei, che rappresenta tutto il nostro Ateneo, e a tutti gli altri Rettori, a cui spetta anche il compito di difendere la nostra dignità, chiediamo un’azione incisiva e concreta, invitandola a farsi portavoce in tutte le sedi, compresa la Crui, della situazione in atto, delle nostre richieste e delle nostre iniziative di protesta, e di volerle sostenere con tutti i mezzi che le saranno possibili, fino ad arrivare a prospettare al Governo e al Ministro le dimissioni in massa di tutti i rettori appartenenti alla Crui”.
Al termine della manifestazione, tranquilla e ordinata, una delegazione di docenti ha incontrato il prorettore Emanuele Scribano, la cui risposta è stata positiva ed ha anticipato la piena collaborazione del rettore all’iniziativa affermando: “Siamo docenti anche noi, questo sentire è comune quanto il senso di frustrazione. Pertanto siamo vicini a questo progetto promosso da una categoria che attraversa un momento di sofferenza e ha bisogno di riprendersi il ruolo che gli spetta”.