Sono scesi in piazza, come annunciato, nonostante la pioggia, per ribadire il sostegno al contenzioso che l’amministrazione ha nei confronti dell’Autorità portuale per reclamare la fruizione della zona falcata e del litorale che definiscono il mare negato.
Si è tenuta in mattinata e si è conclusa al Comune la manifestazione organizzata da Cambiamo Messina dal basso, insieme a Cub – Confederazione Unitaria di Base, L’Altra Europa con Tsipras, La Casa Rossa, Meetup "Grilli dello Stretto", OrSA, Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà.
Presenti alla manifestazione anche la deputata regionale Valentina Zafarana, gli assessori Daniele Ialacqua e Sebastiano Pino, il sindacalista dell’Orsa Michele Barresi, la consigliera comunale Ivana Risitano, il coordinatore di CMdB Federico Alagna.
Il coro di no che si è riunito a Piazza Cairoli ha voluto rimarcare la protesta contro “il fronte di speculatori che hanno fatto dell’Autorità Portuale un vorace gestore dell’affaccio a mare cittadino”, soffermandosi anche su quelle barriere, anche strutturali, che rendono l’accesso alla fruizione del mare impraticabile.
Anche per il contenzioso sulla Zona Falcata, tra il Comune e l’Authority, “non si è levato un generale moto di sdegno nei confronti di chi, da troppo tempo, nega alla città il diritto di disporre del suo naturale affaccio a mare”. Sul fronte contenzioso e non solo Cambiamo Messina dal basso sta dalla parte del Comune e contro l’Autorità Portuale, accusata “di incassare i proventi delle concessioni di aree che non hanno nulla di portuale e che potrebbero essere messe a disposizione dell’intera collettività cittadina”.
Nei confronti del Comune, invece, “un sostegno pieno e totale alla scelta di perseguire le vie consentite dalla legge per recuperare tanto inestimabile valore sottratto alla comunità cittadina e un’ostinata contrarietà all’ipotesi di un eventuale abbandono del contenzioso in atto. La scelta di continuare, infatti, rappresenta solo l’inizio di un processo di orgogliosa presa di coscienza da unire alla lotta del territorio in una mobilitazione permanente a sostegno di una piattaforma rivendicativa con la prospettiva partecipativa dei beni comuni, che porti al recupero di tutto il territorio di cui la città è stata spogliata in passato. L’azione giudiziaria intrapresa non può e non deve essere ritirata per diverse ragioni, ma tutte hanno a che fare con la prospettiva partecipativa dei beni comuni”.
Secondo CMdb, l’assegnazione al Comune della parte contesa di Zona Falcata equivale alla consegna dell’area ai cittadini e consentirebbe di “mantenere l’impegno assunto in campagna elettorale di riguadagnare alla città un paradiso naturale abbandonato e di rivalorizzarlo, puntando alla libera e pubblica condivisione della sua bellezza e delle sue potenzialità di sviluppo”.
Ritorno alla carica anche per l’attivazione del Punto Franco (l’unico in Italia è a Trieste), istituito nel 1951 e mai attuato in 65 anni, per la rivisitazione del Piano Regolatore Portuale che sarebbe fondato “su cementificazione e speculazione edilizia”, per la chiusura della rada San Francesco (già prevista al termine dei lavori di ampliamento del porto di Tremestieri), per elaborare una bozza di proposta di legge da presentare al Parlamento nazionale, finalizzata alla democratizzazione del comitato portuale e alla ridefinizione dei compiti e della circoscrizione dell’Autorità Portuale.