Da sempre il sentire comune è che se gli alunni manifestano è per saltare un giorno di scuola. Tantissimi ragazzi messinesi, oggi, hanno voluto sfatare quest’idea. La protesta odierna, infatti, si è svolta di pomeriggio, a piazza Cairoli, e ha visto la partecipazione di molti alunni di diverse scuole della città. I motivi non sono molto diversi da quelli della manifestazione di qualche giorno fa, ma è significativa una forte presenza pomeridiana a significare che, a questi argomenti, loro ci tengono davvero.
“Siamo veramente interessati a questi problemi che riguardano la scuola – dichiara Francesco Barbera, del liceo scientifico Seguenza -. Volevamo coinvolgere anche i docenti perché siamo vicini a loro e non riteniamo giusto l’aumento, previsto nella nuova legge di stabilità, delle ore in classe da 18 a 24. Protestiamo poi anche contro il caro libri: ogni anno si devono spendere da 900 ad oltre 1000 euro e non tutti possono permetterselo. Quello di oggi è un segnale forte per la città e per la regione, in vista delle imminenti elezioni. Ci preoccupa anche un altro dato: finita la scuola, la disoccupazione, soprattutto per i giovani siciliani, è a livelli altissimi. E’ giusto che ci si impegni per dare lavoro a noi ragazzi, che rappresentiamo il futuro”.
Sulla stessa lunghezza, il compagno della stessa scuola, Gianluca Genovese: “Vogliamo dimostrare che manifestiamo per argomenti seri, non per perdere un giorno di scuola. A Messina le scuole crollano. E’ appena successo allo Jaci e noi oggi ci uniamo alle loro proteste. Inoltre le classi non sono a norma, alcune sono sovraffollate, altre sovradimensionate, e gli alunni sono costretti a fare turni ed a spostarsi da un posto all’altro”.
La voce del liceo classico La Farina la fa sentire Davide Salvari: “Manifestiamo di pomeriggio perché così abbiamo avuto modo di organizzarci per tempo e in modo più serio. Con la nuova riforma, si fanno tagli alla scuola, quando invece si dovrebbe investire nella messa a norma degli edifici: due su tre non sono sicuri. Ribadisco quanto detto dai miei compagni: siamo vicini ai professori ai quali si chiede un aumento di lavoro nonostante siano mal pagati, mentre noi ogni anno dobbiamo spendere troppi soldi per comprare i libri. Ed aggiungo anche le difficoltà che crea la mancanza di trasporti efficienti. Alcuni ragazzi, che vengono dalla Provincia, non sanno neppure come raggiungere i vari plessi scolastici”.
Piazza Cairoli, oggi pomeriggio, era davvero riempita da ragazzi di tutte le scuole della città. Che non si dica che manifestano per perdere giorni di scuola. Le loro motivazioni sono ben più serie.
(Marco Ipsale)