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Manifesti funebri a Petilia Policastro per il killer di Lea Garofalo. Dure condanne di Ferro e Occhiuto

Ha suscitato una grande indignazione, e non poteva essere diversamente, il gesto del sindaco di Petilia Policastro, Simone Saporito di fare affiggere dei manifesti mortuari per la morte di Rosario Curcio, avvenuta in carcere a Milano, lo scorso 29 giugno, dove scontava una pena all’ergastolo, perché uno degli autori che uccisero e sciolsero nell’acido Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia, sequestrata e ammazzata per aver osato ribellarsi alla ndrangheta. Una iniziativa, quella del manifesto mortuario, che porta la firma di tutta l’Amministrazione comunale. “L’iniziativa del sindaco di Petilia Policastro di partecipare a nome dell’amministrazione comunale al lutto per la morte di uno degli assassini di Lea Garofalo è inaccettabile”.

E’ quanto afferma la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro. “La mafia – prosegue il sottosegretario all’Interno – vive di simboli, e i manifesti funebri fatti affiggere dal sindaco rappresentano un inchino delle istituzioni alla memoria di Rosario Curcio, condannato all’ergastolo in via definitiva per aver partecipato all’omicidio e alla distruzione del cadavere di Lea, punita per essersi ribellata ad un destino di ‘ndrangheta. No, Lea Garofalo e l’uomo che bruciò il suo corpo per farlo sparire non sono uguali, neppure davanti alla morte. Chi rappresenta le istituzioni deve scegliere sempre da quale parte stare. Il sindaco ha mostrato di scegliere la parte sbagliata”. 

Occhiuto: “Da sindaco Petilia Policastro iniziativa indecente”

L’iniziativa del sindaco di Petilia Policastro, che ha voluto commemorare con un manifesto funebre a nome dell’amministrazione comunale la morte di uno degli assassini di Lea Garofalo, è indecente”. E’ quanto scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. “Le istituzioni non devono dimenticare, la ‘ndrangheta va sempre isolata”.