Nessun taglio di personale e migliori servizi da rendere alla collettività in una visione che mira non soltanto a far quadrare i conti comunali ma anche a rilanciare la città. La versione 2.0 del “Salva Messina” si prefigge traguardi ambiziosi e soprattutto mette da parte l’austerity della prima stesura. I conti però vanno riallineati e la manovra messa a punto nella tre giorni di concertazione prevede misure che mirano a tagliare costi inutili , a creare economie e a far entrare maggiori risorse nelle casse del Comune di Messina.
LE MISURE DEL SALVA MESSINA
Il “Salva Messina” è una manovra da 23 milioni di euro, che prevede una riduzione dei costi correnti del bilancio comunale per 13,2 milioni di euro e un aumento delle entrate correnti di bilancio per 9,8 milioni di euro.
La riduzione dei costi si si otterrà con l’applicazione delle seguenti misure: riorganizzazione dei servizi sociali , per un valore di 7 milioni di euro (compensati con fondi extra bilancio) ; riduzione del costi della politica, 1 milione di euro; riorganizzazione e razionalizzazione della gestione degli impianti sportivi e delle ville comunali, 1 milione di euro; internalizzazione dei servizi municipali, 400mila euro; riorganizzazione dei e razionalizzazione degli uffici e dei servizi municipali, 1,3 milioni di euro; risparmio energetico 2,5milioni di euro.
Entrando nello specifico delle ultime due azioni, esclusa l’internalizzazione del servizio di pulizia del Comune, l’amministrazione De Luca punta a tagliare costi dei servizio di stampa e imbustamento (appunto 400mila euro) ; mentre per quanto riguarda la riorganizzazion e razionalizzazione degli uffici e dei servizi è prevista in particolare: la razionalizzazione dei buoni pasto , 150mila euro; la gestione software a banca dati unica con riduzione dei costi di assistenza, 70mila euro ; l’accorpamento aree e riduzione dirigenti a 12 e a tempo determinato, che consentirà un risparmio di 850 mila euro; la non designazione del Direttore generale, 80mila euro; l’eliminazione dei costi sostenuti per società partecipate in liquidazione 100mila euro; riduzione dei fitti passivi comunali per 50mila euro.
L’aumento delle entrate correnti di bilancio passerà: dalla valorizzazione degli immobili comunali, 800mila euro; dal contrasto di evasione ed elusione tributaria, 9milioni di euro.
Nello schema predisposto dal sindaco De Luca e allegato al verbale finale della concertazione viene onltre precisato che dei 23 milioni di euro 19,5 milioni di euro serviranno per gli accantonamenti per il piano di riequilibrio finanziario; 2,5 milioni di euro saranno assorbiti dal bilancio corrente per riduzioni trasferimenti Sato/Regione; 1 milione di euro sarà destinato misure di salvaguardia per scostamenti del piano di riequilibrio finanziario .
LA RIMODULAZIONE DEL PIANO DI RIEQUILIBRIO
Il “Salva-Messina” sarà la colonna portante del nuovo piano di riequilibrio, che – come confermato dal sindaco – entro il 20 novembre sarà rimodulato ed esteso a 20 anni.
Il nodo principale da sciogliere è rappresentato dai debiti che il Comune avrebbe prodotto dal 2014 al 2108, che non trovano copertura nel vecchio piano approvato durante l’amministrazione Accorinti . Durante il viaggio istituzionale nella capitale, il sindaco Cateno De Luca ha incontrato il funzionario del Ministero dell’interno, Giancarlo Verde , per chiedere se c’è la possibilità di inserire la nuova massa debitoria nel nuovo piano di riequilibrio. Pur non manifestando alcuna preclusione sull’inserimento dei nuovi debiti nel piano rimodulato , Verde ha consigliato a De Luca di avviare una interlocuzione con la Corte dei Conti (vedi qui). Nel corso dell’incontro con i sindacati il sindaco ha mostrato la risposta de magistrati contabili alla sua richiesta di incontro. In maniera garbata, da Palermo hanno risposto picche, spiegando che la Corte dei conti entrerà in campo per la valutazione finale del piano di riequilibrio , quado questo finalmente questo arriverà alla sua attenzione.
«Alla luce della lettera della Corte dei Conti, abbiamo deciso di inserire i nuovi debito nel piano di riequilibrio, sapendo che il vero problema è costituto non dall’inserimento dei debiti nel piano ma dai rapporti storici tra il Comune di Messina e La Corte dei Conti» ha spiegato De Luca, facendo implicito riferimento alle numerose note di richiamo arrivate dalla Sezione di Controllo .
La novità rispetto alle scorse settimane è che l’amministrazione De Luca ha quindi definitivamente deciso di inserire i debiti creati dal 2104 in poi nel piano di riequilibrio al momento della rimodulazione. A proposito di questa mass debitoria che sarebbe imputabile all’amministrazione Accorinti, il sindaco ha fatto sapere di essere pronto ad un confronto con gli ex inquilini di Palazzo Zanca: «Io non ho alcun problema ma mi limiterò a fare il moderatore perché loro dovranno confrontarsi con i revisori delle società partecipate, che erano qui anche quando amministravano loro».
Il faccia a faccia – ha detto De Luca- potrebbe avvenire già venerdì o sabato.
Danila La Torre