“Un piano triennale di rientro del debito”. Questa la ricetta partorita in mattinata dalla giunta comunale e dopo appena qualche minuto “servita” all’aula consiliare, chiamata a valutarne la “bontà”, in risposta alle misure correttive richieste dalla Corte dei Conti sul rendiconto 2009 e sul previsionale 2011. Ad illustrarne il contenuto il primo cittadino in persona, che dopo mesi di assenza ha fatto ritorno tra i banchi del consiglio, circondato dai colleghi di giunta presenti (quasi) al gran completo. Il documento consegnato ai rappresentanti del civico consesso, verrà sottoposto a votazione però lunedì, proprio per dare modo agli stessi consiglieri di studiarne i contenuti e muovere eventuali osservazioni entro i limiti di tempo decisamente stretti, ovvero entro il 28 febbraio.
L’intervento di Buzzanca, è seguito a quello del presidente del Collegio dei Revisori, che nelle scorse settimane, alla luce dei provvedimenti “sollecitati” dall’organo di controllo, aveva chiesto proprio la convocazione di un consiglio straordinario. Un quadro già sufficientemente esaustivo quello delineato da Roberto Aricò (presidente del Collegio) rispetto ai numeri e ai complicati conti di palazzo Zanca, che ha permesso al primo cittadino di andare subito al nocciolo della questione: «Ci si avvia con il provvedimento verso una forma di “correttivo”, a fronte di una serie di problemi che si sono cristallizzati all’interno delle diverse stagioni amministrative che si sono susseguite e che hanno portato ad una massa debitoria da affrontare con molta attenzione, soprattutto tenendo conto di ciò che in questo momento si verifica in buona parte d’Europa ed anche in Italia . Vale a dire la congiuntura negativa che sta facendo decrescere le possibilità di mercato anche a danno degli stessi tentativi per realizzare il piano di dismissioni». Che pure, secondo quanto spiegato da Buzzanca, sarà la carta che l’amministrazione intende giocare nuovamente per cercare di ottenere buona parte delle entrate necessarie a ripianare i debiti.
Nel caso, in cui, però, (e in questo senso i mesi scorsi sono indicativi, pensiamo alle aste andate deserte) tale previsione non consentirà di racimolare introiti sufficienti ad assicurare nel triennio 2012-2013-2014, una stabilità finanziaria, si procederà con l’applicazione del piano di rientro. Lo conferma lo stesso Buzzanca: «Nel caso in cui non si potesse coprire con le dismissioni la massa debitoria, saremmo costretti a chiedere ai concittadini dei sacrifici, che sarebbero anticipati solo di qualche mese, perché il percorso è già tracciato dalla manovra approvata dal governo Monti, che prevede passaggi importanti relativamente ai tributi».
Ma come si “sostanzieranno”, per i cittadini, i sacrifici volti non solo a garantire il pagamento dei debiti ma anche ad assicurare maggiore liquidità all’Ente?
1)Aumento della tassa rifiuti solidi urbani fino a copertura integrale dei costi del servizio
2) Determinazione quota comunale addizionale IMU anche per il valore
3) Determinazione aliquota accise energia elettrica previa autorizzazione MEF
4) Aumento dei costi di copertura dei servizi a domanda individuale fino alla integrale copertura del costo del servizio
Tutto ciò, secondo i calcoli effettuati, per una somma complessiva di circa 11 milioni di entrate che si sommano a quelle che dovrebbero essere ottenute mediante altri provvedimenti di riscossione (passi carrabili, impianti pubblicitari, ecc..) adottati dalla giunta che potrebbero rappresentare una garanzia rispetto alle eventuali minori entrate del piano pluriennale delle dismissioni patrimoniali, per coprire i debiti che, lo ricordiamo, al momento di attestano intorno ai 23 milioni di euro. Cifra a cui sono stati sottratti i 21 milioni di euro derivanti dai debiti fuori bilancio dell’Ato3, cui il Comune ha fatto fronte, come spiegato da Buzzanca, sulla scorta “della procedura speciale di cui all’art. 45 della LF 2010 Regione Sicilia che consente un’anticipazione straordinaria a carico del bilancio regionale per i debiti del Comune con ammortamento in 15 anni”. Ciò però con i relativi interessi che per il triennio 2012/13/14 ammonteranno a 4 milioni di euro e faranno quindi lievitare i debiti da coprire da 23 a 27 milioni circa.
Tra gli altri provvedimenti posti in essere per “alleggerire” la situazione economico finanziari del Comune, la delibera che verrà inviata alla Corte, evidenzia anche la messa in liquidazione di Messinambiente, le procedure di liquidazione dell’Atm, l’alienazione delle partecipazioni nelle Società Nettuno Spa, Sogepat, Messina Sviluppo srl, facoltà di recesso dall’ A.I.C.C.R.E., lega autonomie locali, Consorzio Limone Interdonato, World Trade Center.
«Tutto ciò servirà – ha concluso Buzzanca – a garantire un futuro alle nuove generazioni, chiudendo una parentesi che ha origini lontane».
ELENA DE PASQUALE)