Ok del consiglio al piano “anti-dissesto” varato dalla giunta. La parola passa ora alla Corte dei Conti

Una seduta fiume. Il dibattito della seduta convocata per discutere la delibera sul piano di rientro del debito varato dalla giunta, inizia alle 19. La prima votazione, quella al documento predisposto dal presidente del consiglio Previti, avviene intorno a mezzanotte: 28 sì , 2 no e 3 astenuti, con sostegno compatto da parte del Partito democratico perché, come spiegato dal capogruppo del Pd Felice Calabrò, «siamo di fronte ad una delibera che va votata all’unanimità». Lungo il dibattito che precede la votazione dell’atto a cui viene data la precedenza in attesa che il primo cittadino faccia ingresso in aula. Attesa che termina intorno alle 21, quando Buzzanca, dopo già due ore di “intensi” confronti, prende posto accanto ai colleghi di giunta, presenti quasi al gran completo.

Cinque gli emendamenti presentati al primo atto deliberativo, 4 “targati” Carrreri (1 accolto, 3 respinti) e uno Saglimbeni (accolto). Il lasciapassare ottenuto dalla proposta del rappresentante di Risorgimento Messinese riguarda l’invito alla giunta “ad incrementare, in accordo con il dirigente, il personale dell’ufficio patrimonio al fine di inasprire le azioni di controllo sulle occupazioni abusive ed il recupero della morosità dei circa 1500 alloggi di proprietà del Comune”. Ok anche all’emendamento di Saglimbeni che pone di vincolare l’aumento delle tasse all’eventuale fallimento del piano dismissioni o alla mancata concessione della deroga al patto di stabilità. Tanti gli interventi che precedono la votazione della delibera con cui il consiglio, tra i vari provvedimenti, invita l’esecutivo ad incrementare il personale dell’Ufficio Tributi per accelerare i tempi di riscossione della TARSU per il 2010 e 2011 e ad accertare, tramite un’attività di incrocio dati, eventuali evasori. Non del tutto positivo però il giudizio del presidente del Collegio dei Revisori, Roberto Aricò, che definisce poco incisive le misure previste dal Consiglio. Misure che dovranno essere in ogni caso sottoposte alla valutazione della Corte, cui spetta, eventualmente, la decisione di chiedere ulteriori chiarimenti nei successivi 30 giorni.

Si passa dunque al secondo atto, vero “protagonista” della serata. La delibera presentata dalla giunta nella seduta di venerdì scorso, “entra in scena” dopo la mezzanotte. Due gli emendamenti presentati, uno a firma di Tamà (accolto) con cui viene cassato, nelle “considerazioni preliminari” al piano di rientro del debito, la frase in cui si dice che il documento è stato predisposto anche dal presidente del consiglio comunale; il secondo, presentato da Carreri, viene invece bocciato. Anche in questo caso, tanti gli interventi in fase di dichiarazioni di voto al documento, approvato con l’astensione del Partito Democratico. Il capogruppo del Pd, Felice Calabrò, che definisce la delibera una via di mezzo tra il libro dei sogni e un ipotetico indirizzo, elenca i “punti oscuri” del documento e “richiama” anche i Revisori dei Conti invitandoli ad esprimere anche per l’atto presentato dalla giunta, le stesse perplessità mostrate verso il documento predisposto dal presidente del consiglio comunale.

Mantiene la linea del silenzio il sindaco Buzzanca, presente in aula fino all’ultimo, ma colto in flagrante durante qualche “twittata”, tra un intervento e l’altro. Nonostante i numerosi inviti dei consiglieri Melazzo e Pergolizzi a prendere la parola per fornire chiarimenti rispetto alla situazione di Messinambiente, dei debiti fuori bilancio, delle partecipate, il sindaco preferisce rimanere solo in ascolto, considerando sufficiente quanto già spiegato nella seduta di venerdì. Un silenzio però duramente condannato sia dal rappresentante di Fli «prediamo atto di aver avuto di fronte della belle statuine», che dell’Udc «verrà votata una delibera palesemente omissiva, il sindaco forse ha paura del confronto, a questo punto stia a Palermo il più possibile. E’ da vent’anni che devasta questa città e questa provincia ma finalmente siamo alla fine».

E la fine, quella della votazione, arriva, stancamente, intorno alle 2.00: 16 favorevoli, 3 contrari e 10 astenuti. L’aula emette così il suo verdetto anti-dissesto che dovrà adesso essere sottoposto al vaglio della Corte dei Conti, organo deputato a valutare l’effettiva concretizzazione dei provvedimenti varati dalla giunta, che in prima istanza, lo ricordiamo, puntano al “rientro” tramite i guadagni della dismissione del patrimonio immobiliare. Qualora però ciò non sia sufficiente, il passo successivo sarà il necessario aumento della tasse, a partire dalla Tarsu: necessità di cui l’amministrazione spera di doversi fare carico il più tardi possibile. Una lunga seduta notturna, che proseguirà alle 18 di questo pomeriggio. A margine della votazione, la richiesta di Melazzo di proseguire i lavori (tra i banchi ormai praticamente deserti) per votare atti sempre relativi alla richiesta della Corte e quindi sempre con scadenza odierna, 28 febbraio, fa infuriare il sempre pacifico Marcello Capillo: il punto di incontro viene appunto trovato nella convocazione pomeridiana. Un’intensa e stancante maratona di interventi capace di far venire…un diavolo per Capillo. A notte alta sia consentita anche a noi una battuta.
(ELENA DE PASQUALE)