Società

Maria Costa, la poetessa messinese ancora “ammucciata”. Perché una targa non basta VIDEO

Video girato da Fabio Mazzeo e pubblicato su Fb

MESSINA – Non basta una targa, né una casa museo. Se poi intorno regna il degrado. Se poi questo degrado mangia anche le tracce del ricordo, se non si costruisce intorno un fermento culturale da far crescere. Se la memoria non si semina e se ne curano i frutti.

Ecco, il destino della poetessa messinese Maria Costa sembra affidata a questa aridità e col vuoto di progettualità culturale continua a fare i conti dopo la sua morte, dopo averci fatto i conti tutta la vita. A Case Basse di Paradiso, nel mezzo del degrado del borgo di pescatori che meriterebbe riqualificazione e valorizzazione, anche la casa museo di Maria Costa si presenta oggi praticamente abbandonata.

L’ultima segnalazione è del giornalista e scrittore Fabio Mazzeo, che annota: “Evidentemente qualcuno pensava bastasse un’insegna per coltivare la memoria. Non è così, ci vuole passione, conoscenza, un’idea di fondo e impegno quotidiano. Maria Costa è nata a 100 metri dal mare, ha avuto solo pochissime amiche con cui condividere i pensieri, e lo ha sempre saputo che scrivere versi l’avrebbe affrancata dal dolore dell’anima; e mai le avrebbe concesso denaro e gloria, solo salsedine”.

La questione è più ampia ovviamente ma chiama in causa solo in parte chi amministra. Una città che vuole esprimere una identità culturale, antica o recente che sia, non può prescindere da Maria Costa, che di questa identità è pietra miliare. Ma al momento la città, i suoi cittadini, non sembrano esprimere il bisogno di costruire questa identità.

“Ammucciata, è diventata una delle più grandi poetesse usando il dialetto messinese nella sua massima potenza espressiva, e ammucciata era destino rimanesse insieme alla sua sterminata e straordinaria opera. Sono passato oggi da casa sua, pensavo di omaggiarla e ho ritrovato solo salsedine, ora come allora. E senza neppure Graziella a farle un po’ di compagnia”, scrive Mazzeo.