Nei giorni scorsi, le coste siciliane sono state protagoniste in una maxi eserictazione della NATO che ha coinvolto ben 10 paesi alleati. L'operazione, denominata"Dynamic Manta", ha visto protagonisti sommergibili provenienti da Francia, Grecia, Italia, Spagna, Turchia e Stati Uniti, sono sotto il controllo del Comando Sommergibili NATO e ben dieci unità navali militari provenienti da Francia, Grecia, Inghilterra, Italia, Spagna, Turchia e Stati Uniti.
L’Italia, oltre a partecipare con il cacciatorpediniere Luigi Durand De La Penne, il sommergibile Pietro Venuti, e un elicottero SH90 della Marina Militare, ha fornito supporto logistico attraverso il Comando Marittimo della Sicilia, la Base Navale di Augusta e la Base Aerea di Sigonella. Le navi in addestramento inoltre, sono state supportate da 14 aerei da pattugliamento marittimo ed elicotteri di Canada, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Norvegia, Spagna, Turchia e Stati Uniti che hanno operato dalla base di Sigonella e da bordo delle navi.
L'operazione "Dynamic Manta 2017" ha rappresentato la principale esercitazione della NATO nel Mediterraneo, dedicata all’addestramento anti sommergibile con l’obiettivo di affinare capacità e tecniche dei sommergibili e delle navi dell’Alleanza Atlantica. Scenari realistici ed eventi con difficoltà crescente caratterizzeranno i temi addestrativi per incrementare la capacità di combattimento in contesti operativi multinazionali.
Gli attivisti del presidio No Muos si sono subito schierati contro questa tipologia di esercitazioni. A preoccupare gli aderenti alla protesta è stata la presenza di sottomarini a propulsione nucleare, già partecipanti all’edizione dello scorso anno. "Per l’ipotesi d’incidente atomico, infatti, manca ad oggi – ha spiegato il coordinamento – un piano di emergenza esterna aggiornato e accessibile al pubblico. E ciò, nonostante il porto di Augusta sia periodicamente interessato dal transito e dalla sosta del naviglio nucleare di Stati Uniti e altri Paesi Nato".
Gli stessi attivisti hanno affermato che "le continue esercitazioni militari nell’Isola, oltre a danneggiare l’ambiente e a iniettare nei territori una sub-cultura militarista di violenza e prevaricazione, bruciano ingenti risorse economiche sottratte alla scuola, alla cultura, alla sanità, al risanamento e alla messa in sicurezza dei territori. Gli stessi settori colpiti dai continui tagli prodotti dalle politiche di austerità imposte dall’Unione europea e dal Fondo Monetario Internazionale e così, mentre per uomini, donne e minori migranti il Mediterraneo è frontiera da sfidare per la sopravvivenza, gli eserciti Usa-Nato hanno e stanno trasformando questo stesso specchio d’acqua in un laboratorio di guerra permanente, che si affianca al ruolo operativo assunto dalla Sicilia come piattaforma offensiva proiettata nei teatri bellici africani, mediorientali e asiatici".