E' giunto il tempo di piangere i tre marinai morti al Porto, stringersi intorno ai familiari per consolare il loro dolore, nel giorno dell'ultimo saluto ai loro cari.
Gli esami medico legali ordinati dalla magistratura per stabilire con assoluta certezza cosa li ha uccis sono terminati nella tarda serata di ieri e la Procura ha già iniziato a disporre la restituzione dei corpi alla famiglia per la celebrazione dei funerali di Cristian Micalizzi, Gaetano D’Ambra e Santo Parisi. La salma di Gaetano tornerà a Lipari domani sera e lunedì mattina, alle 10.30 in Cattedrale, la comunità benedirà il suo ultimo viaggio. Oggi pomeriggio alle 15.30, invece, al duomo di Messina verrà dato l'estremo saluto a Cristian Micalizzi.
Per la famiglia è uno strazio che si prolunga. Uno strazio che però non diventa rassegnazione né lenisce la rabbia e la voglia di trovare la verità.
Intanto le autopsie, iniziate ieri e affidate ad Elvira Ventura Spagnolo dell’istituto di Medicina Legale di Messina, confermeranno o smentiranno la tesi dell’intossicamento da idrogeno solforato, il gas killer di cui era piena la sentina della nave Sansovino. Il medico, che si è riservato 60 giorni per rassegnare le sue conclusioni, lavorerà insieme al tossicologo Guido Romano.
Ieri il Pm Federica Rende ha ispezionato la nave insieme ai Carabinieri dei Ris, del Noe ed altri due esperti nominati ieri, l’ingegnere navale Salvatore Giannini, del Genio della Marina e Mario Andronico, chimico della Difesa. Il pool ha nuovamente ispezionato i locali della cisterna e la sentina, come avevano fatto i Vigili del Fuoco, e rilevato con le strumentazioni la presenza del gas tossico che ha ucciso i marinai. Terminati gli accertamenti, la nave dovrà essere bonificata.
“Siamo a disposizione dei magistrati e produrremo tutta la documentazione relativa alla nave, sia quella consegnata dalla Siremar al momento dell’acquisto che quella esistente, legata alla fase successiva”, spiega il legale della società armatrice, Alberto Gullino.
Adesso le indagini si concentrano infatti sulle carte: la documentazione esistente, se esiste, in grado di stabilire perché il locale era saturo di gas letale, perché si era accumulato senza che nessuno se ne fosse accorto, senza che fosse stato smaltito come da procedure, e chissà da quanto tempo.
Ci sono pochi dubbi ormai, infatti, che i due marittimi siano scesi nella cisterna senza alcuna protezione, quindi senza avere alcuna idea che avrebbero potuto trovarvi il gas non smaltito.
Intanto al Piemonte continua il monitoraggio delle condizioni del palermitano Ferdinando Puccio. Le sue condizioni sono stabili, ancora gravi, ma l'uomo sembra reagire e i segnali di miglioramento fanno ben sperare.
Alessandra Serio