Un solo stipendio per tutti i lavoratori iscritti sul libro paga del Comune. Senza eccezioni o specificità in base alle singole vertenze in atto. Il commissario Luigi Croce ed i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Lillo Oceano, Tonino Genovese e Costantino Amato hanno trovato un accordo, che è condiviso da tutti ma non è quello che i rappresentanti sindacali avevano auspicato prima di varcare la porta della stanza di Croce. «La situazione era e resta drammatica», hanno commentato Oceano, Genovese e Costantino al termine dell’incontro a Palazzo Zanca con il commissario, spiegando che « i 18 milioni di euro trasferiti dal Governo non sono ancora disponibili e che, comunque, serviranno solo a dare una boccata d’ossigeno». Con i fondi in arrivo da Roma, l’attesa dovrebbe essere ancora di due o tre giorni – hanno aggiunto i tre segretari sindacali – si dovranno sanare alcune irregolarità contributive; coprire spese di gestione dell’ente; e con quel che rimane saldare un’unica mensilità, destinata in egual misura ai dipendenti comunali, ai lavoratori Atm e Messinambiente.
Un solo stipendio per tutti e, poi, di nuovo buio pesto. Quel che più preoccupa i sindacati, infatti, è che – una volta prosciugate le risorse in arrivo dal Governo – sino a fine anno il Comune potrà fare “affidamento” soltanto sulle entrate tributarie locali, Imu e Tarsu in primis. Per la quarta rata dei trasferimenti regionali e statali non se ne parlerà prima di febbraio. E, in questa situazione di incertezza, la tensione resta alta, come non fanno fatica ad ammettere Oceano, Genovese e Costantino: «Ristorare i lavoratori con una mensilità non risolve nulla, ma acuisce il malcontento», hanno detto all’unisono. I sindacati confermano, quindi, la mobilitazione di sabato e invitano a partecipare tutta la cittadinanza, perché la crisi del Comune e dell’impiego pubblico è la crisi dell’intera citta.
I tre rappresentanti sindacali torneranno ad incontrare Croce la prossima settimana, dopo la manifestazione di sabato ma soprattutto dopo l’attesa riunione di venerdì prossimo a Palermo con la Corte dei Conti, dalla quale dipende il futuro dell’ente. Dopo le cifre uscite nei giorni scorsi – l’allora candidato alla presidenza Crocetta, oggi presidente, aveva riferito di 200 milioni di euro di debiti – i sindacalisti si astengono dal riportare numeri, ma non risparmiano il loro commento: se le operazioni di accertamento della reale massa debitoria sono così lunghe e complesse, è evidente che la cifra è molto più alta di quella ad oggi certificata.
Sul tema abbiamo ascoltato anche il ragioniere generale del Comune, Ferdinando Coglitore, che sulla relazione da presentare all’organo d controllo non si sbottona ma ribadisce che i debiti si aggirano intorno a 60 milioni di euro . Senza contare – come lui stesso ammette, seppur sfuggente – quelli delle partecipate. E allora di che parliamo? Fortunatamente, però, la verità sui conti di Palazzo Zanca è vicina perché alla Corte dei Conti bisognerà dire tutto, in maniera dettagliata e senza infingimenti.
La sensazione è che per il Comune suonerà presto il De Profundis. (Danila La Torre)