Dopo l’attacco, la replica. Il proprietario del fabbricato di via Puntale Arena 103 non ci sta e definisce i contorni della vicenda: “Quella casa è stata costruita nel dopoguerra e da allora il Comune non era mai intervenuto. Io ci vivo da 15 anni, prima ci viveva mia cugina, prima ancora mia zia”.
Il signor Pandolfino si mostra accondiscendente e pronto a venire incontro alle richieste del quartiere, ma a determinate condizioni: “L’assessore Isgrò aveva scritto che mi sarebbe stato assegnato un alloggio di edilizia residenziale agevolata. Nulla di tutto ciò. Io non chiedo altro. Se mi danno un altro posto dove andare, io domani mattina lascio tutto, anche i mobili, prendo solo i vestiti e vado via”.
“Non capisco – continua il proprietario – come dal dopoguerra ad oggi si siano svegliati solo ora. Comunque sia, se è per il bene comune, se serve fare una strada – ribadisce – io sono pronto ad andare via. Ma dove? Se mi danno un appartamento decente, sono ben contento di spostarmici subito, eviterei anche di spendere altri soldi per le spese legali. Io sono disoccupato e non saprei dove andare”.
L’avvocatura comunale ha indicato al dipartimento attività edilizie e repressione abusivismo dell’urbanistica di dare esecuzione immediata all’ordinanza del 9 marzo di rimozione e sgombero del fabbricato di via Puntale Arena 103: “Se agiranno prima di aver trovato una soluzione per la mia famiglia, dovranno pagarmi i danni. Mi rendo conto che nella zona le condizioni di sicurezza non sono ideali, ma non è mica colpa mia. Il Comune mi sta costringendo a perdere tempo”.
E sull’argomento interviene anche l’assessore Isgrò: “Aspetto la comunicazione dell’urbanistica. Non appena arriverà, noi potremmo procedere immediatamente alla demolizione. Ma la situazione non è affatto semplice, visto che in quella casa abita una famiglia. Ho chiesto notizie all’assessorato al risanamento per dare a quella famiglia un alloggio alternativo, ma non ho ricevuto alcuna risposta. Bisogna vedere poi se quella famiglia abbia diritto ad un altro alloggio o se sia nelle condizioni economiche per affittarselo da sé. Ma questo non è compito mio, per quanto io mi stia comunque interessando. Mi sembra di combattere contro i mulini a vento. Per demolire il capannone Cattafi, ad esempio, ho dovuto rincorrere chi doveva occuparsi delle carte e ho smontato tutti i punti ostativi. Non è stato affatto semplice, così come non è semplice il caso di Puntale Arena, soprattutto se non c’è la collaborazione di tutti”.
L’assessore Isgrò ha anche indetto per domani una riunione con i tecnici comunali: “Per velocizzare la progettazione preliminare della via d’accesso, alternativa all’unica attualmente esistente, sono state individuate cinque criticità la cui più rilevante è quella per l’eliminazione del fabbricato, già dichiarato abusivo e sottoposto ad ordinanza di demolizione nel 2008, che permetterebbe di aprire un collegamento stradale con via San Corrado, realizzando così la bretella di collegamento con la strada proveniente dal versante di Gravitelli, necessaria via di fuga in caso di interventi di protezione civile, e contribuendo ad eliminare le criticità nella zona. La verifica di domani permetterà di fare il punto sullo stato dell’iter realizzativo avviato”.
(Marco Ipsale)