Rose delicate e fiori di campo sul feretro della donna uccisa a coltellate dal figlio, mentre la figlia stringe la sua foto, dietro il feretro
Messina – “L’amore di Dio accoglie tutti, anche il figlio matricida. Ma il male non si può trasformare in bene e non ha giustificazione. Stiamo crescendo una società disumana, aggressiva, ed è colpa nostra. I figli crescono senza limiti e quando poi li incontrano esplodono”. Con questa omelìa padre Luigi La Rosa è intervenuti ai funerali di Caterina Pappalardo, celebrati oggi pomeriggio nella chiesa di San Clemente.
Rose delicate e fiori di campo per Caterina
A dire addio alla sessantaduenne uccisa con una tempesta di pugnalate inflitte dal figlio 26enne Giosuè Fogliani c’erano amici e familiari della donna ma anche tutte le amiche di Sara, la sorella di Giosuè arrivata da fuori per accompagnare la madre nel suo ultimo viaggio. Sostenuta dal fidanzato e dalle amiche più strette, Sara ha assistito in prima fila alla messa. Davanti agli occhi aveva il feretro della mamma ricoperto di fiori bianchi, gialli e rosa, poi quando la bara è stata issata e portata fuori dalla chiesa ha stretto sotto il braccio la foto di Caterina, e con quella si è allontanata verso la tumulazione.
Una tragedia annunciata
Suo fratello è in carcere, accusato di omicidio, mentre i suoi legali hanno chiesto una perizia psichiatrica alla magistratura che si sta occupando del caso. Sara, invece, adesso vuole capire perché, malgrado le tante richieste di aiuto di sua madre e almeno una denuncia nei confronti del fratello, non è stato possibile evitare il drammatico epilogo di una settimana fa.
Quel rapporto con la mamma spezzato per sempre
Sara era molto legata alla madre. I testimoni raccontano di un rapporto madre e figlia fatto di condivisione, di uscite insieme. Fino a quando lei, la scorsa estate, si è dovuta trasferire a Voghera col fidanzato, per lavoro. Qui progettava il matrimonio, una vita finalmente piena, anche se col pensiero sempre rivolto alla sua famiglia rimasta a Messina ed ai problemi di quel fratello “difficile” e quella madre forte ma troppo esposta alla minaccia rappresentata dal figlio. Minaccia che quel martedì 14 gennaio si è concretizzata drammaticamente.