“Perché il lupo quando ha fame esce dalla tana…”. Così diceva un indagato ad una donna per convincerla ad accettare il matrimonio fittizio. Donne che poi ne reclutavano altre, per altri matrimoni falsi.
E’ solo una delle intercettazioni alla base dell’operazione Zifaf, che ha portato all’arresto di 16 persone per favoreggiamento di immigrazione irregolare di cittadini nordafricani in Italia.
Nella maggior parte dei matrimoni falsi non c’erano ovviamente festeggiamenti, anche se a volte sono stati simulati pure quelli. E le fedi nuziali erano acquistate al costo di un euro in negozi cinesi.
“Gli devi dire di andare da un cinese a prendere le fedine” dice una delle messinesi coinvolte. “No, già prese, a posto, ce le ha tutte” – risponde Abderrahim El Asri, che è uno dei due uomini di vertice. “Ah già i pigghiau? Bonu, ok”. “A posto – dice ancora El Asri -, vai e trova belli vestiti là, dieci minuti ci vogliono, non ci vuole assai per andare a sposare”.
Un’altra donna si preoccupa dei controlli: “Una volta che si prende il permesso (di soggiorno, ndr), io là non ci devo andare più ma non è che fanno il controllo…”. La conversazione, stavolta, è con l’altro marocchino al vertice, Abderrahim Cherkaoui, che risponde: “No, no, basta quando lo prende finisce tutto”.