Scrivo questa riflessione non solo come Consigliere Nazionale del movimento Libertà e Azione e non solo come rappresentante dei genitori di un Consiglio di Istituto, ma anche, se non soprattutto, come cittadino.
Stiamo assistendo al “de profundis” di Messina. Città dove con un lockdown discutibile, molte attività rischiano di non riaprire. Faccio una premessa a scanso di equivoci: il Covid esiste. Ma, paradossalmente, invece di combatterlo, mesi dopo mesi, sembra sia diventato un’arma per altre battaglie. Mi chiedo e chiedo, di fronte anche ad una disarmante acquiescenza cittadina, perché non seguire una linea comune, in quelle che sono le “zone” rosse, arancioni, gialle a pois, sbiadite ecc, dettata dal Dpcm nazionale onde evitare di andare in ordine sparso e creare particolarità come è successo a Messina.
Unica città dove l’allegato 23 del Dpcm del 3 dicembre 2020 viene ristretto e pertanto attività definite essenziali a livello nazionale, diventano superflue a livello locale. All’occhio del buon senso credo sia più essenziale poter andare in cartoleria a comprare qualcosa di necessario per quei poveri bambini che oltre ad essere “reclusi” in casa senza poter fare attività esterna, non possono andare a scuola (e aggiungo, senza un perché), ma devono continuare a studiare, quindi a scrivere, quindi nei quaderni che sono essenziali.
E perché se necessito di un bene da ferramenta devo aspettare il domicilio??? Quale contagio procura di più un negozio con 2 clienti dotati di mascherina, rispetto ad un autobus pieno con un discutibile distanziamento, rispetto ad una fila fuori dal tabacchino in attesa del 10 e lotto, o una fila davanti all’ufficio postale??? Incomprensibile. E i controlli??? Ma quelli giusti e sacrosanti!!!
Scuole elementari e medie chiuse e nelle zone rosse d’Italia aperte. Quali sono i reali contagi nelle scuole??? Non è dato sapere!!! A scuola: dove i bambini tengono la mascherina per 5/6 ore consecutive!! Dove il numero degli alunni per aula è stato dimensionato su protocollo nazionale. Dove l’insegnante sta a 2 metri dal primo banco! Dove i percorsi sono differenziati!! Dove dalle classi non si esce nemmeno per la ricreazione!!! Ma realmente pensate che la Dad possa compensare la presenza?? Ma realmente dal punto di vista didattico per un bambino di prima, seconda, terza elementare ma anche prima media, possa essere la panacea??? Ma realmente non vi viene di pensare al danno psicologico di chi è abituato al suono della campana e non al monitor?? A chi è abituato ad interagire quotidianamente in aula con i compagni e non attraverso dei quadranti?? A chi è abituato ad alzare la mano per parlare e non sentire invece: “apri il microfono, chiudi il microfono!
Tutto da rivedere…….e nel mentre Messina muore fra l’agonia di chi non potrà riaprire la propria attività e l’indotto compromesso e la rischiosa dispersione scolastica che si comincia ad intravedere all’orizzonte. Quindi assistiamo inermi di fronte ad un impoverimento economico e generazionale? Maurizio Vita