MESSINA – Si definisce “Faroto” e pur essendo nato e cresciuto a Messina, a Faro, vive ormai in Croazia da tempo. Mauro Longo eccelle in un’attività che sembra di nicchia ma in realtà non lo è. Lui è direttore creativo di una casa editrice di Milano che crea e pubblica libri interamente dedicati al “fantasy”, a miti, leggende, e storia di luoghi italiani, ma anche ai librigame e a quei giochi di ruolo ormai sempre più in voga da decenni. A spiegarlo è proprio lui, con passione e chiarezza, da autore e direttore di collane che hanno conquistato spazio in un settore sempre più prolifico.
“Sono direttore creativo e curatore editoriale di una casa editrice di Milano, Acheron, che ha come obiettivo quello di puntare sul fantastico italiano e di esportarlo in tutto il mondo. E quando diciamo fantastico italiano parliamo di autrici e autori del nostro paese, ovviamente, ma anche di storie, leggende, imprese, miti, curiosità e trovate che pescano direttamente nell’immaginario italiano: la nostra letteratura, i nostri paesaggi, la nostra storia millenaria, i popoli e le civiltà che hanno occupato il nostro territorio, ma anche i nostri personaggi popolari, modi di dire e tormentoni. Insomma Made in Italy, Shared Worldwide. Abbiamo una sede in Italia e una negli Stati Uniti, una distribuzione internazionale, decine di autori e collaboratori, localizzazioni in altre cinque lingue. In tutto questo io mi occupo del settore gaming: seguo le collane dei giochi di ruolo e dei librogame, molte delle quali hanno inanellato straordinari record italiani e successi internazionali”.
“Tutto parte dalla mia passione per la narrativa fantastica, per il gioco di ruolo e per i libri-gioco, tutti passatempi che quando avevo 10-15 anni, prima della diffusione a tappeto dei PC e delle consolle, erano conosciuti anche nella nostra Messina. Giocavo di ruolo con i compagni di scuola e altri amici dell’epoca, ci scambiavamo i librogame di Lupo Solitario e Ninja che prendevamo alla libreria Obelix, provavamo a creare qualcosa assieme lanciando dadi e menando goblin con HeroQuest, Dungeons & Dragons e Uno Sguardo nel Buio”.
“Avete presente Stranger Things? Beh, vi rivelo un segreto: gli anni ’80 sono esistiti anche a Messina. Anche da noi c’erano decine di giocatori, magari un po’ nascosti, magari che non si conoscevano e interagivano tra loro, ma esistevano sicuramente. Ci si dava appuntamento da Obelix, o alla Cassaforte del Vecchio Papero o al negozio Hobby e Modellismo, e si provavano i primi timidi tentativi di formare gruppi e nuove amicizie, che naufragavano quasi sempre. Fatto sta che la mia passione è proseguita anche quando ho lasciato Messina per andare all’università, poi è diventata blogging una quindicina di anni fa e da questa attività di creazione di contenuti indipendente sono pian piano passato a lavorare per case editrici sempre più importanti, come autore, addetto stampa, community manager e social media manager. Alla fine, dopo un decennio di collaborazioni di vario tipo, oggi posso dire di aver coronato la passione di un tempo e di essere finito a fare esattamente quello che sognavo trenta anni fa, a Messina”.
“Non esageriamo, il cammino è ancora bello lungo e i colleghi italiani con cui competere sono tanti, per fortuna (ride, ndr). Tra l’altro, ieri stesso ho incontrato in città Giuseppe Rotondo e Umberto Spaticchia, entrambi messinesi e che lavorano nello stesso settore, e per certi versi e in certi settori sono più celebri di me. Giuseppe è il più grande autore italiano dello stile “old school” e pubblica ormai solo in inglese, Umberto viene invitato in tutta Italia a presentare Dungeons & Dragons e il suo canale è uno dei più importanti del settore, ma qui chi li conosce? Dobbiamo purtroppo constatare che Messina è ricca di autori e professionisti del mondo del gioco, a livello nazionale e internazionale, ma che da noi rimangono completi sconosciuti… è un peccato!”
“Bella domanda, ma la rigiro. Nessuno sembra essersi ancora accorto che il mondo del gioco oggi muove passioni, persone, interessi e denaro in maniera maggiore a musica, sport, cinema, televisione, letteratura e teatro messi assieme, e che nella nostra città ci sono diverse eccellenze da questo punto di vista. La mia previsione è che tra qualche anno qualcuno si sveglierà e proverà a fare qualcosa, male e di fretta, senza capire nulla di quello che sta succedendo e senza accorgersi che è già in ritardo di venti anni su altre realtà, anche italiane, molto più competitive. Catania e Palermo sono già partite, per esempio”.
“La mia aspirazione è quella di continuare a crescere in questo settore, toccando forme di gioco che ancora ho solo sfiorato: il videogame, la televisione interattiva, il boardgame. Sono tutte contaminazioni che stanno già avvenendo da ormai cinque anni, per chi sa dove guardare, e che continueranno a esplodere almeno per i prossimi cinque. Mi piacerebbe portare le mie idee, i miei giochi, i miei libri, le mie storie, i miei mondi fantastici a un livello ancora più globale e contribuire a far conoscere sempre di più il patrimonio culturale, letterario, paesaggistico e storico italiano (e siciliano). Ho già fatto molte cose da questo punto di vista, ma il cammino è appena cominciato”.
“A Messina ormai non vivo più da tanto tempo, anche se cerco sempre di tenermi aggiornato e scavare continuamente nella sua storia, nelle sue leggende, nei suoi misteri. Uno dei miei primi libri è “Il Codice Cariddi”, che parla proprio di queste cose. A chi si affaccia all’età adulta e vorrebbe lavorare nel modo del gioco, quello che mi sento di poter dire è che si tratta di uno dei (pochissimi?) settori in espansione nel mondo del lavoro di questi anni: autori, creatori di contenuti, atleti di e-sport, programmatori, developer, twitcher, youtuber, divulgatori, influencer, game designer e narrative designer… E’ tutto in crescita e le opportunità sono tante, bisogna però crederci davvero, formarsi per bene, seguire tutto quello che succede, presenziare a fiere e convention, girare un po’ l’Italia, partecipare a concorsi e iniziative comuni, insomma “svegliarsi e darsi da fare” perché il mondo non aspetta noi. Tutti stanno già correndo e se si vuole entrare in questo mondo bisogna allenarsi, fare riscaldamento e iniziare a correre a nostra volta”.