Festa al Duomo per l’Italia, gli ex Servirail: “Uno schiaffo alla nostra dignità”

Tifano Italia come tutti noi, si sentono italiani come tutti noi, ma quella festa proprio sotto il naso, là dove da mesi lottano per un diritto, l’hanno vista come uno schiaffo. Un’offesa per giunta da parte di chi, come amministrazione, ha solo speso solidarietà a parole. Agli ex Servirail sul campanile proprio non è andata giù l’iniziativa del sindaco Buzzanca di allestire un maxi schermo a piazza Duomo per la finale degli Europei stasera e preparano la protesta.
“Siamo tutti tifosi, ci mancherebbe- dicono Lillo Rizzo e gli altri ex cuccettisti- e stasera tifiamo Italia, ma è offensivo da parte del sindaco che da quando siamo in cima al campanile non ci ha mandato neanche una bottiglia d’acqua, organizzare maxi schermo e festa”.
Per loro non è solo un fatto di somme spese, siano pure poche briciole, ma di principio. Far festa sotto il naso di chi da mesi vive sotto il cielo e lotta per far valere il diritto al lavoro non è ammissibile, soprattutto a coronamento di un generale disimpegno, per non dire indifferenza, che ha fatto da sfondo a gran parte dei comportamenti di politici e amministratori, che finora hanno solo brillato per assenza.
Buzzanca nell’annunciare la scelta di piazza Duomo per il maxischermo ha detto: “per evidenziare, durante un evento sportivo di grande richiamo la tradizione di civiltà, storia e cultura della nostra città”.
Da due mesi in quello che è il simbolo della nostra storia, anche di battaglie per la giustizia, con Dina e Clarenza, ci sono i nuovi simboli di una lotta figlia dei tempi moderni, peccato che in un clima d’indifferenza generale, la classe politica abbia finito per non vederli più, se non quando si è trattato di firmare la petizione o nelle rare occasioni da vetrina.
Ci sentiamo tutti italiani quando la nazionale vince e alza la coppa, lo diventiamo un po’ meno quando si tratta di condividere i problemi degli altri, al punto che ci scordiamo di chi dorme in cima al campanile e da sette mesi non porta a casa uno stipendio. Gli ex Servirail tifano Italia ed esulteranno per i gol e la vittoria, ma vorrebbero che qualcuno tifasse concretamente anche per loro, dando un segnale fatto di fatti e perché no, di solidarietà reale, vorrebbero anche loro magari stringere quella piccolissima e individuale “coppa” che è la riconquista del posto di lavoro. Non si aspettano cori, applausi, targhe, bandiere e clacson, ma la festa e il palco allestito sotto il loro naso, quello no, è davvero troppo, soprattutto se a spese di quell’amministrazione comunale che da settimane è loro vicina di “casa” ma neanche il sale o l’olio ha mai portato, come persino le regole di buon vicinato vorrebbero….
Rosaria Brancato