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Medici e sanitari Ep scrivono a Mattarella: “Subito una legge per equipararci ai dirigenti”

MESSINA – I medici e i sanitari Ep (Elevata professionalità) dell’Azienda ospedaliera universitaria “Gaetano Martino” di Messina, come anticipato, scrivono al presidente della Repubblica in merito alla loro vicenda. Questo il loro auspicio: “Riteniamo necessario un provvedimento legislativo ad hoc che, ricostruito l’iter amministrativo e normativo e l’attività dirigenziale svolta dall’inizio per tanti lunghi anni, riconosca l’equiparazione integrale e formale alla dirigenza medica e sanitaria”.

Di seguito la lettera

Signor Presidente,

siamo i medici e i sanitari cosiddetti Ep (Elevata Professionalità) dell’Azienda ospedaliera universitaria “G. Martino” di Messina, il più grande ospedale della provincia, ed esercitiamo questa professione in questo ospedale da moltissimi anni. Alcuni di noi sono prossimi alla pensione (alcuni si sono già pensionati negli ultimi anni). Stiamo vivendo negli ultimi mesi una vicenda professionale e umana molto dolorosa da quando nel mese di settembre scorso il management aziendale ha messo in discussione i nostri incarichi professionali e ha annullato gli incarichi dirigenziali di direttore/responsabile di unità operative dei medici EP e dei sanitari D, in essere anche da molti anni, non riconoscendone improvvisamente l’equiparazione giuridica a dirigente medico, ma solo quella economica. Ma nell’ordinamento italiano negli ospedali pubblici per l’esercizio dell’attività assistenziale non è previsto nessun altro ruolo al di fuori di dirigente medico! Non possiamo pensare veramente che in un Paese civile e democratico si possa arrivare, dopo oltre 22 anni dall’assunzione e di una regolare e riconosciuta attività di dirigente medico e sanitario, mai messa in discussione, a delegittimare e umiliare 150 professionisti.

Questa vicenda ha origine nel 1990 quando l’Università di Messina, per sopperire alle gravissime carenze assistenziale, ha stipulato contratti di diritto privato con un gruppo di medici di varie branche specialistiche per prestazioni d’opera medico-professionali.

Questi contratti sono stati stipulati fino al 1998 epoca in cui, in ragione di una previsione del Ccnl Università del 21/05/1996 l’Ateneo poteva procedere con l’assunzione del personale cosiddetto “gettonato” con contratto di diritto pubblico della durata massima di tre anni. Sono stati così stipulati contratti annuali rinnovati per tre anni nella qualifica di dirigente medico e dirigente sanitario.

Nel 2001, come previsto dal Ccnl Università, per il quadriennio 1998-2001, quei rapporti a tempo determinato di dirigenti medici e sanitari, in ragione di “assolute necessità assistenziali”, sono stati trasformati a tempo indeterminato con inquadramento nella categoria Ep e D dell’area medico odontoiatrica e socio sanitaria come in tutti gli altri Policlinici italiani che hanno assunto i cosiddetti medici gettonisti. (E’ un ruolo che potrebbe definirsi ad esaurimento e riguarda qualche centinaia di medici e di sanitari in tutto il territorio nazionale che prestano servizio nelle Aziende Ospedaliere Universitarie.)

Non abbiamo avuto privilegi o scorciatoie, siamo stati assunti nel rispetto di previsioni normative contrattuali, avendone i requisiti richiesti, per “far fronte ad esigenze assistenziali di assoluta necessità”. In questi anni ci è stato chiesto e abbiamo prestato le attività più gravose, particolarmente nei servizi di emergenza. E spiace moltissimo che gli amministratori di questi ultimi anni non abbiano acquisito la memoria storica del nostro percorso e si sono spinti in azioni assai discutibili facendo percepire purtroppo una scarsa considerazione verso la storia professionale e umana di tanti professionisti che hanno contribuito alla gestione quotidiana delle innumerevoli attività dell’ospedale e certamente anche alla sua crescita.

E discutibili non appaiono solo a noi se si considera la decisa contrarietà verso le azioni poste in essere dal Commissario Straordinario dell’Aou di Messina espresse dal dirigente generale dell’assessorato della Salute della Regione Siciliana in due lunghe e articolate note inviate al Commissario in data 13/10/2022 e 14/11/2022, nelle quali tra l’altro evidenziava i rischi di “possibili ripercussioni assistenziali”. E ancora assai discutibili appaiono le azioni del Commissario dopo l’intervento del capo di Gabinetto del presidente del governo regionale della Sicilia in VI Commissione Salute dell’Ars, il quale nella seduta del 02/03/2023 ha espresso “rammarico per le determinazioni assunte dal commissario straordinario senza preventivo confronto con l’assessore per la salute, confronto che avrebbe potuto stimolare l’individuazione di altre soluzioni” ipotizzando ad esempio “l’adozione di una norma di interpretazione autentica del Protocollo d’Intesa Regione-Università”.

A tale proposito abbiamo preso atto con amarezza che non si è realizzato il tavolo tecnico tra l’assessore regionale della Salute e il rettore dell’Università di Messina proposto dalla VI Commissione proprio per condividere l’interpretazione autentica circa l’equiparazione dei medici e sanitari EP e D a dirigente medico e sanitario. (Una precisazione in definitiva di ciò che fino a qualche mese prima era chiaro a tutti e nessuno aveva mai messo in discussione). Ciò avrebbe consentito da subito di superare la controversia generata.

Riteniamo che la questione non andava posta nei termini “muscolari” come si è voluta approcciare, così come non è mai stata posta negli altri Policlinici italiani. Ma se si sostiene dopo tanti anni che un problema esiste, vorremmo chiedere al magnifico rettore e al commissario straordinario quanta responsabilità ricade in capo ai due Enti e ai suoi rappresentanti e quanta è da ascrivere ai singoli professionisti. L’Amministrazione con formali atti amministrativi (atti giudicati corretti da un parere della Commissione Speciale del Consiglio di Stato del 8/4/2001) ci ha assunti, come è accaduto in altre università italiane, per fare i medici in condizioni di “assoluta necessità assistenziale” e noi, avendone i titoli, abbiamo prestato la nostra attività con impegno ed onore.

E’ incredibile che l’amministrazione anziché tutelare umilia medici e sanitari in attività da molti anni senza riconoscere come origine del problema sollevato, semmai reale, anche proprie responsabilità. Va detto che si respira in Ospedale da mesi un clima di profondo e umano sconforto che colpisce circa la metà dei medici in servizio e che, senza ombra di dubbio, al perdurare dello stato di malessere si potrebbero inevitabilmente avere ripercussioni assai negative sull’attività assistenziale.

Non risulta che amministratori di altre Aou (Azienda ospedaliera universitarie) italiane dove operano medici e sanitari nella medesima nostra situazione abbiano registrato la stessa necessità dei nostri amministratori ponendo in essere azioni così surreali e tardive. Riteniamo di essere vittime di qualche incertezza normativa (si fa riferimento al D.Lgs. 21 dicembre 1999 n. 517 relativamente alla previsione di emanazione mai avvenuta di decreti interministeriali dei ministri della Sanità, dell’Università, della Funzione pubblica e del Tesoro, per il trasferimento e l’utilizzazione del personale non docente assunto dalle Università per far fronte a esigenze assistenziali di assoluta necessità dai Policlinici universitari alle costituite Aziende Ospedaliere Universitarie).

Se la mancata emanazione di quei previsti decreti interministeriali potrebbe essere all’origine della crisi attuale, non ricadano sui professionisti le conseguenze negative di tardive “sensibilità amministrative”. Sensibilità, riteniamo e ribadiamo, che avrebbero dovuto suggerire la ricerca di soluzioni prima di ogni altra cosa che purtroppo non solo non si è registrata. Ma, al contrario, si percepisce ora un clima di avversione nei confronti dei professionisti Ep e D che si manifesta nel rifiuto di condividere le proposte di soluzioni avanzate anche dalle istituzioni parlamentari regionali e che lascia disorientati.

E’ ora il momento delle soluzioni. Precedenti nella storia dell’Università italiana, ma anche della sanità pubblica, ce ne sono e non è difficile trovarle. Riteniamo a questo punto necessario un provvedimento legislativo ad hoc che, ricostruito l’iter amministrativo e normativo e l’attività dirigenziale svolta ab inizio per tanti lunghi anni, riconosca l’equiparazione integrale e formale alla dirigenza medica e sanitaria.

Certamente questa soluzione è percorribile e il contesto lo richiede. Non si può ulteriormente umiliare il lavoro di tanti anni e non sono possibili neppure soluzioni che farebbero torto alla nostra dignità professionale e umana.

Signor Presidente facciamo appello al Suo altissimo senso di giustizia confidando in un Suo autorevole interessamento.

Con i sensi di altissima stima e deferenza.

I medici e i sanitari EP e D dell’AOU “G. Martino” di Messina