L’attacco di Berlusconi a Crocetta arriva al telefono. Il Cavaliere, in collegamento telefonico con la prima riunione dei club siciliani Forza Silvio a Taormina, non risparmia strali al governo regionale, tra gli applausi dei presenti.
Già ieri il coordinatore regionale di Forza Italia Vincenzo Gibino aveva preparato il terreno della protesta: “Servirebbe un colpo di Stato regionale, come hanno fatto con noi a livello nazionale”. Il colpo decisivo lo ha sferrato Berlusconi: "l’immobilismo del governo Crocetta è inaccettabile- incalza- Pensiamo alla finanziaria bocciata dal commissario dello Stato, o alla riforma delle province che qualcuno ha definito un aborto, il mancato utilizzo dei fondi dell’Unione Europea”.
Dall’altro capo del telefono, mentre la folla del Diodoro lo ascolta in silenzio l’ex Presidente del Consiglio invita ad un’opposizione a Crocetta dura ma propositiva e ricorda quelli che definisce 4 colpi di Stato e tutti nei suoi confronti. L’ultimo, il più recente “è stato quello di farmi fuori rendendomi incandidabile.”
Inevitabile la replica del governatore Crocetta: "L'attacco di Berlusconi nei miei confronti si colloca all'interno di una linea di un centrodestra che dopo avere distrutto la Sicilia e subito una clamorosa sconfitta non solo non si rassegna ma vuole impedire il riscatto dell'isola".
La prima manifestazione dei mille club Forza Italia siciliani è stata anche l’occasione per tirare frecciate al veleno contro gli “ex” colleghi del Pdl che hanno scelto il Nuovo Centro Destra e che nell’isola contano su una pattuglia numerosa. Così tra gli interventi non sono mancati gli attacchi a Castiglione e Firrarello che secondo i forzisti sarebbero pronti a saltare sul carro di Crocetta in una maggioranza simil-Renzi.
Durissimo anche Nello Musumeci, La Destra, avversario di Crocetta alle regionali, che si è soffermato soprattutto sul difetto “del non-fare” di questa giunta: “La fantomatica riforma delle province è solo una mistificazione mediatica, il capriccio di un governatore siciliano che costringe il Pd ad essere succube di un personaggio affetto da isteria autoreferenziale. I comuni poi sono condannati al dissesto".
Rosaria Brancato