“Se sarò eletto sarò il senatore della bellezza, non il senatore di un partito. Sarò il senatore del pensiero, non degli affari”. Con queste parole Antonio Presti, mecenate messinese che con la sua Fiumara d’arte ha portato l’immagine di Castel di Tusa in tutto il mondo, e adesso candidato nella lista del Senato del Movimento Crocetta, ha concluso la riunione del Megafono, nella sala consiliare di Palazzo dei Leoni. Proprio qui, in questa sala, in piena estate, Crocetta ha tenuto il primo incontro messinese, organizzato dal circolo Libertà e Giustizia, quando Pd e Udc ancora lo snobbavano e non avrebbero scommesso un euro sulla sua elezione. Son trascorsi cinque mesi, ma sembra un secolo, e sappiamo come è andata a finire. Quel pomeriggio d’estate i banchi della sala consiliare non erano affollati come oggi, ma soprattutto in quei giorni caldi non c’era così tanta gente a credere nella “Rivoluzione” di Crocetta, nonostante fosse stata la prima parola che l’allora candidato pronunciò nel discorso. Oggi è stato presentato il simbolo per la corsa al Senato, ed il candidato che rappresenterà la provincia di Messina al secondo posto, appunto Antonio Presti. In sala molti Crocettiani, ma anche curiosi, crocettiani in pectore, osservatori distaccati, simpatizzanti. La parola d’ordine degli interventi dei coordinatori del Movimento il Megafono è: nessuna barricata nei confronti di nessuno, porte aperte a chi voglia condividere il progetto con serietà ed onestà a prescindere dalla provenienza da altri partiti. Questo in sintesi il senso degli interventi di Giuseppe Ardizzone, Francesco Calanna, Giuseppe La Face, Gianni Miasi. Pomo della discordia l’arrivo da altre formazioni politiche di truppe alla vigilia delle elezioni, in particolare il gruppo Beppe Picciolo, in seguito alla decisione di Lombardo di allearsi con Berlusconi,che aveva detestato e combattuto fino a due ore prima, antipatia che sembrava persino reciproca…. L’arrivo di deputati, consiglieri comunali, provinciali, di quartiere, ex assessori, ha creato fibrillazioni tra i primi adepti al Movimento che temono “la presentazione del conto” dopo le Politiche e la conseguente “espropriazione” dei ruoli cardine, soprattutto alla vigilia delle amministrative. Chi si aspettava dichiarazioni di guerra ai nuovi ingressi si è trovato invece “l’inno alla pace”, iniziato con Calanna che ha invitato “ a non fare personalismi e a superare i litigi. Partecipiamo con forza a queste elezioni, al di là del posto in lista. Lo facciamo non per mostrare la coccarda, ma perché ci crediamo. Per noi tutti il candidato messinese è Antonio Presti”, ed ha annunciato l’avvio del tesseramento. Ironia della sorte la sede del Megafono sarà in via I settembre, dove già c’è la roccaforte Genovese e la sede di Reset.
Giuseppe La Face ha posto l’accento “sul nostro modo di fare politico diverso, grazie all’intuizione politica di Crocetta che ha saputo unire esperienze politiche diverse. Altrove, come nel Pds e Grande Sud si assiste al fallimento di chi adesso è costretta ad allearsi con la Lega Nord”. Dopo gli interventi dei componenti del coordinamento è iniziato il dibattito. “Quando abbiamo iniziato quest’avventura- ha ricordato Antonio Catalioto- non riuscivamo a trovare neanche chi si volesse candidare alle regionali. Crocetta ci ha restituito la voglia di scommetterci, ma adesso che le cose sono cambiate stiamo attenti. Non diamo cambiali in bianco, non consentiamo a chi ha saccheggiato le casse di unirsi a noi. La differenza in politica la fanno i comportamenti, le storie personali, non perdiamo lo spirito originario”.
E’ intervenuta anche Lucia Tarro Celi, che insieme a Giusy Furnari organizzò la prima uscita pubblica di Crocetta e che adesso, dopo le note vicende legate alle primarie del Pd è candidata alla Camera, ma è chiaro che il suo cuore batte in quel “Megafono che anche nel nome indica il dare voce a chi non ce l’ha o non riesce a farla sentire”. In sala consiliare tra gli altri, c’è, seduto in prima fila, Angelo Burrascano, poi Alessandro Russo, Francesco Palano Quero, Filippo Cangemi, l’ex Presidente della Regione Pippo Campione, fa capolino anche Pippo Corvaja, e poi rappresentanti delle associazioni, amministratori di Enti locali. A chiudere i lavori è proprio Antonio Presti, “Io sono qui per colpa di Crocetta. In estate lo vedevo andare avanti e indietro per la campagna elettorale, così gli ho detto, vieni a fare base al mio Hotel a Tusa. Voi non avete idea di quello che vedo adesso ogni giorno. Io però non sono un politico e scusatemi se non sono avvezzo a certi termini”. Il neo candidato al Senato non risparmia stoccate alla città, che lo ha ignorato in decenni di battaglie per la cultura, quando non isolato “Per tutti io sono il pazzo che ha sperperato il patrimonio di famiglia donandolo allo Stato. In un certo senso io sono stato il Senatore di me stesso, regalando allo Stato. Se sarò eletto lo farò ancora, mica voglio le indennità o che mi paghino l’albergo. Io porterò la bellezza delle idee. Dobbiamo fare un Movimento di idee, non di affari, un movimento di pensiero, non di soldi. Quindi dobbiamo scegliere i migliori, al di là del partito dal quale vengono, Udc, Pd, Pdl, scegliere le eccellenze. Dobbiamo fare un’altra politica. A Tusa ogni giorno vedo movimento di persone ma pochi progetti. Io invece voglio rappresentare un movimento etico, altrimenti non ci sto. Io posso essere il senatore di un pensiero altro, della bellezza”.
Rosaria Brancato