Lavoro

“Meloni ci ripensi, con il blocco dei bonus edilizi 1.500 imprese messinesi in fallimento”

Il decreto del governo rappresenta la certificazione di morte del comparto dell’edilizia e la catastrofe economica e occupazionale per Messina e la sua provincia, che su una profonda rigenerazione immobiliare attraverso i bonus aveva puntato tantissimo. Il governo Meloni ritiri il decreto che blocca tutti i bonus edilizi o si aprirà una fase di lotta. Si tratta di una decisione che provocherà la fine traumatica di una ripresa e di un rilancio, nel sistema Paese, con il licenziamento di centinaia di migliaia di lavoratori, la tragedia economica per tutte le famiglie coinvolte e, contestualmente, il fallimento per decine e decine di migliaia di imprese. Il tutto mettendo a rischio la tenuta sociale”. Lo dichiarano Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil Tirrenica. Un concetto condiviso dal segretario generale Fillea Cgil di Messina Mario Mancini: “La scelta governativa di bloccare la cessione dei crediti e lo sconto in fattura per i bonus edili mette a rischio a livello nazionale più di 25 mila aziende edili e oltre 100 mila posti di lavoro. Si è manifestato quello che temevamo. Il boom economico che avevamo riscontrato, sin dallo scorso anno, nell’edilizia privata in provincia di Messina – che ha generato tanta occupazione e il rilancio del nostro settore, dopo più di un decennio di crisi economica ed una pandemia devastante – ha avuto adesso un tale contraccolpo a causa delle ultime scelte scellerate di questo governo”. E, da parte loro, gli esponenti della Uil parlano pure loro di un “quadro funesto” in ambito provinciale messinese: “Con la decisione governativa, nella nostra realtà quasi 5.000 lavoratori messinesi da qui a breve perderanno il posto di lavoro e circa 1.500 imprese impiegate nell’edilizia privata saranno costrette a dichiarare fallimento: un’ecatombe. Tutto ciò, alle nostre latitudini, aumenterà il divario economico e occupazionale nei confronti delle zone forti del Paese, per non parlare del resto dell’Europa”.

Continuano Tripodi e De Vardo”: Si tratta di una scelta miope e di un’indecente macelleria sociale. Ed è pure paradossale che, mentre la Commissione Europea ha sancito che entro il 2050 tutti gli Stati membri dovranno avere un parco immobiliare costituito da edifici a emissioni zero, il governo nazionale vada in direzione opposta. Per non parlare dell’esigenza dell’adeguamento sismico e della messa in sicurezza del patrimonio edilizio in una zona particolarmente a rischio come quella dello Stretto, proprio a pochi giorni dal tragico e pauroso terremoto avvenuto in Turchia”, evidenziano Tripodi e De Vardo, che aggiungono: “Come se non bastasse, dobbiamo segnalare che il nuovo Codice degli appalti in discussione in Parlamento rischia di essere caratterizzato da una grave deregulation che mette in discussione le norme di salute e sicurezza dei lavoratori e il diritto ad una equa e giusta retribuzione. Norme previste dal Ccnl dell’edilizia che garantisce regole e norme certe per tutti i lavoratori impegnati nei cantieri edili. Pertanto, registriamo, da parte del governo Meloni, una pesante offensiva contro i lavoratori edili”.