MESSINA – La V Commissione consiliare, presieduta dal consigliere Raimondo Mortelliti e con cultura, sport e scuola come temi principali, è tornata ad occuparsi della valorizzazione dei forti cittadini. Messina ha fortificazioni lungo tutto il proprio territorio, molte delle quali sono attualmente gestite da associazioni. Altre, invece, devono essere recuperate, inseriti nel patrimonio del Comune di Messina e, con una gestione lungimirante, utilizzate nell’offerta ai turisti e ai cittadini.
A spiegarlo, con la consueta attenzione, è stato l’assessore alla Cultura Enzo Caruso: “I forti che sono in mano alle associazioni sono stati strappati all’incuria e sono diventati contenitori culturali di eccellenza. Quelli che sta acquisendo il Comune, invece, vivono una fase diversa. Bisogna mettere a sistema i piani di gestione e di restauro per poterli rendere fruibili. Nel frattempo si può contare su quelli già esistenti: sono 8 quelli disponibili. Ci manca adesso un’adeguata promozione per inserirli nei pacchetti da offrire ai turisti su Messina”.
“Sono convinto che intorno alla visita di un forte – prosegue Caruso – si possa creare un indotto. Chi gestisce il forte apre il cancello e può offrire un contenuto importante. Ma serve anche far lavorare i mezzi di trasporto con cui arrivare sui luoghi interessati e tutto ciò che si trova lungo la strada. Bar, pasticcerie, ristoranti, negozi, luoghi in cui degustare. Bisogna inventarsi un lavoro in una città che ha fame di lavoro. Questo territorio è nelle condizioni di poterlo fare, dando opportunità a quelle persone che vogliono essere imprenditori di se stessi”.
Sono 4, invece, i progetti di cui l’assessore ha parlato in Commissione: Ogliastri, Schiaffino, Gonzaga e Castellaccio. Bisognerà investire dei fondi per riqualificarli e offrirli alla cittadinanza, ma prima il Comune dovrà acquisirne la gestione.
Caruso spiega: “L’amministrazione sta chiedendo per tutti e quattro i forti la gestione, la titolarità del bene, per poter rintracciare e poi investire i fondi. Ma serve una concessione almeno ventennale, perché se fosse anche solo di 5 anni non ci sarebbe il tempo tecnico di trovare il finanziamento e poterlo mettere in pratica. Così invece avremmo il tempo di attirare i finanziamenti e realizzare i lavori”.