Poche strade, parcheggi in doppia fila, troppi semafori, poche rotatorie, troppe auto in circolazione, pochi tram e il caos è servito. Ecco perché la viabilità a Messina è da rivoluzionare, ecco perché serve un nuovo Pgtu (Piano generale del traffico urbano) che, finalmente, ha completato la fase di valutazione ambientale. “Aspettiamo il parere definitivo – ci ha detto di recente l’assessore Salvatore Mondello – che ci permetterà di portarlo in Consiglio comunale per l’approvazione finale”.
Le novità più importanti in centro città, a partire dalle isole pedonali. Ampliamento dell’area Duomo, includendo brevi tratti di via Loggia dei Mercanti, via Argentieri, via Venezian e via Università; via I settembre fino a viale San Martino basso, poi piazza Cairoli e viale San Martino fino a via Santa Cecilia. In pratica un percorso pedonale che unisce le aree Duomo e Cairoli, una vera grande isola che a Messina non è mai esistita, anzi c’è chi contesta anche le piccole attuali.
Il quadrilatero compreso tra le vie Cannizzaro e Santa Cecilia (nord e sud) e tra le vie Battisti e La Farina (ovest monte ed est mare) sarà zona a traffico limitato a fasce orarie. Diventa necessario, allora, oltre a incrementare il trasporto pubblico, l’utilizzo dei parcheggi multipiano, soprattutto Cavallotti e La Farina ma anche villa Dante. Criticità soprattutto negli ultimi due: La Farina resta aperto solo dalle 8.30 alle 20.30, persino chiuso la domenica; villa Dante è sottoutilizzato.
Ma perché a Messina c’è spesso traffico e la viabilità è poco fluida? Presto detto, troppi mezzi rispetto alle strade disponibili, troppi spazi persi, poche nuove idee. L’esempio principe è la nuova via don Blasco, che finalmente sta diventando realtà a 25 anni dai primi studi: sarà un’alternativa alla via La Farina ed è chiaro che migliorerà la circolazione della zona centro sud della città, tra via Tommaso Cannizzaro e viale Gazzi. Quando lo stesso carico di traffico sarà distribuito su due strade invece che su una, la situazione sarà diversa.
E magari sarà l’occasione di modificare il sistema di via La Farina, dove si trova la bellezza di dieci semafori in tre chilometri. Per percorrerli, infatti, si impiegano anche venti minuti o più, pure a causa del costante parcheggio in doppia fila. Realizzare rotatorie al posto dei semafori, però, potrebbe fluidificare il traffico, visto che a volte ci si ritrova fermi al rosso nonostante da altre direzioni non si veda nessuno.
E’ un problema che si verifica anche lungo i viali di collegamento con la tangenziale: Gazzi, Europa, Boccetta e Giostra. L’unico dove non esistono semafori e ci sono solo rotatorie è l’Annunziata, anche se lì c’è un altro rallentamento a causa della carreggiata ristretta dalla presenza del torrente. Sul viale Giostra, ad esempio, lì dove il traffico è sostenuto, un paio di semafori sono stati aggiunti di recente ad incroci con piccole strade laterali, dalle quali spesso non arriva nessuno e ci si ritrova fermi al rosso inutilmente. Tipica situazione da risolvere con rotatoria.
L’interscambio tra città e tangenziale deve essere favorito in modo tale da far risultare conveniente usare la tangenziale e sgravare così il traffico cittadino. Altro esempio, sui due chilometri e mezzo del viale Gazzi ben sei semafori, tutti sostituibili con rotatorie. Le attuali ripetute fermate ai semafori per arrivare agli svincoli rendono vano il risparmio di tempo in tangenziale.
C’è poi la questione dei parcheggi in strada perché lì dove c’è la possibilità i messinesi sostano in seconda fila. L’unica soluzione per evitarlo è di impedirlo fisicamente e, in alcuni casi, sarebbe anche facile. Nelle strade a corsia unica basterebbe regolare la sosta a spina di pesce invece che in parallelo al marciapiede, col doppio risultato di aumentare i parcheggi regolari e di impedire la sosta in seconda fila, perché ne mancherebbe lo spazio. Un esempio chiave può essere quello della parte bassa di via Palermo, dove il parcheggio in seconda fila si fatica persino a trovarlo. Il Comune di Messina non ha mai fatto nulla per “civilizzare” questi luoghi.
Poi nuove strade, dicevamo. Perché la nuova via don Blasco sarà una manna dal cielo ma non potrà bastare. Serve una nuova strada a sud, la via del mare fino a Tremestieri, e una a nord, da Annunziata a Pace.
La via del mare è un’altra idea di cui si parla da anni senza che si concretizzi. Si era arrivati anche a un progetto definitivo da 60 milioni (fondi da trovare con l’aiuto dell’Autorità Portuale) ma poi si è stabilito che andava rimodulato e limitato, almeno in una prima fase, al tratto fra Contesse e Tremestieri, che comunque sarebbe utile. Doveva essere pronto entro la fine di quest’anno, non lo è ancora.
Per la strada Annunziata – Pace, invece, c’è solo uno studio di fattibilità, che prevede una spesa per i lavori di circa 18 milioni. Tale era e tale è rimasto, senza che neanche sia stata finanziata la redazione del progetto. Eppure si tratta di un collegamento fondamentale dalla galleria San Jachiddu (quindi dalla tangenziale) fino alle gallerie Bosurgi, lì dove inizia il tratto a carreggiate separate della Strada Panoramica dello Stretto, per risolvere uno storico collo di bottiglia.
La zona nord, dall’Annunziata in poi, può contare solo su due strade, che non possono bastare soprattutto nel tratto in cui la Panoramica è a corsia unica. Ecco perché sarebbe utile una nuova strada Annunziata – Pace e non può bastare l’idea della Metromare perché è necessario anche un collegamento veloce con l’ospedale Papardo, per evidenti motivi di salute pubblica.
Gli ultimi due progetti appena presentati: le rampe Giostra – Annunziata, pronte da tempo e mai aperte perché considerate insicure, per le quali si sta preparando la gara d’appalto; il prolungamento della Panoramica fino a Mortelle, il cui progetto è stato completato e ora deve essere finanziato.
Tutto va molto a rilento, l’unica vera novità in dirittura d’arrivo è la nuova via don Blasco. Ecco perché Messina continua ad essere una città insicura e in preda al caos viario.