La riduzione del consumo di suolo, obiettivo prioritario previsto nel programma dell’Agenda 2030, ed il raggiungimento del consumo di suolo zero che la comunità europea ha posto tassativamente entro il 2050 sembrano ad oggi chimere irraggiungibili soprattutto in relazione a basso livello di consapevolezza dei problemi connessi e per le tare culturali che caratterizzano il nostro dna.
Le sensazioni raccolte a conclusione di una giornata impegnativa orientano verso la necessità di cambiamento coraggioso di rotta come condizione improcrastinabile per allinearci ai nuovi sistemi ambientali e soprattutto produttivi già consolidati in diversi paesi della comunità europea ed internazionale.
Dopo i saluti del Dott. Pasquale Spataro del Lions Club Messina Host, del Presidente di Zona Ing. Nunzio Santoro e del Prof. Franz Riccobono Vicepresidente della Fondazione UNESCO Sicilia che ha portato i saluti del Direttore della Fondazione, prof. Aurelio Angelini, l’arch. Andrea Donsì, Delegato Regionale Lions per la Tutela del Paesaggio ed il rispetto dell’Ambiente e promotore dell’iniziativa, ha tracciato sinteticamente il percorso preparatorio che ha condotto all’evento.
“Riduzione del consumo di suolo: capire perché e come è possibile raggiungere gli obiettivi comunitari. L’avvio del tavolo regionale permanente sull’ambiente potrà rappresentare uno strumento indispensabile alla diffusione della cultura dell’ambiente e per alzare il livello della interlocuzione con le istituzioni regionali”.
L’ing. Michele Munafò, Responsabile Area monitoraggio e analisi integrata uso del suolo I.S.P.R.A., ha proposto un contributo sul tema “Il consumo di suolo in Italia: stato attuale e prospettive” con il quale ha rappresentato con i dati di rilevamento acquisiti e con esempi esplicativi le tipologie di consumo di suolo e la quantità distribuita nel tempo.
Il dato sconcertante, ad esempio, è che, nonostante la grave crisi edilizia, nel 2018 sono stati consumati oltre 30 ettari di suolo solo nella provincia di Messina e 300 ettari in Sicilia.
La relazione del Prof. Paolo Pileri, Docente di uso del suolo ed effetti ambientali del Dipartimento Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, che ha proposto un intervento sul tema “Parliamo chiaro e salveremo il suolo”, ha mirato a declamare gli effetti generati dal consumo di suolo facendo rilevare che non è veritiera la tesi secondo cui il consumo di suolo zero produce arresto allo sviluppo dell’economia tant’è che l’emigrazione intellettuale che l’Italia patisce da alcuni anni è di fatto orientata verso i paesi europei dove il consumo zero è già stato attuato (Gran Bretagna, Germania, Olanda, etc.) generando, evidentemente, nuove forme di economie alternative che non hanno arrestato il ciclo produttivo.
La prospettiva dell’aspetto economico-produttivo è la variante che può dare l’impulso decisivo per intraprendere le “scelte coraggiose e oramai indifferibili” cui gli organi di governo del territorio sono chiamati ad attuare.
Il Dott. Franco Andaloro, Direttore Sedi Siciliane Stazione Zoologica di Napoli “Anton Dohrn”, Membro Comitato Scientifico WWF Italia e delegato WWF Sicilia ha disquisito sul tema “Erosione delle coste e riduzione del suolo marino”. Andaloro, dopo avendo disegnato un quadro storico di riferimento delle problematiche inerenti l’evoluzione delle cause e degli effetti del consumo di suolo marino, ha chiarito quali possono essere i provvedimenti da adottare in termini di tutela del suolo marino, delle biodiversità e delle caratteristiche chimiche e biologiche dell’ambiente marino indispensabili per ridurre le gravi conseguenze già in atto.
Nell’ultimo intervento della sessione mattutina, il Dott. Salvatore Lo Balbo del Dipartimento Politiche Territorio, Aree Urbane e Abitative CGIL Sicilia e Componente Gruppo dei 75 del Forum “Salviamo il Paesaggio”, ha affrontato il tema “Consumo di suolo zero: una proposta di legalità e di incremento occupazionale”.
Lo Balbo ha illustrato sinteticamente le dannose politiche del territorio degli ultimi trent’anni che hanno generato una distruzione del consumo di suolo e di paesaggio.
Dalle analisi esposte è emersa una disponibilità di patrimonio edilizio pubblico e privato inutilizzato (compresi i beni confiscati alla mafia) che possono costituire un punto di partenza per avviare serie politiche di riuso e rigenerazione urbana sostenibile.
Ha concluso i lavori della parte mattutina Mariella Sciammetta, II^ Vice Governatore Distretto Lions 108Yb, che ha sottolineato l’importante profilo tecnico-scientifico dei relatori e dei contributi tematici offerti individuando già nelle analisi e nelle proposte enunciate una reale prospettiva di rivalutazione ambientale e, soprattutto, di un possibile e reale modello di sviluppo socio-economico generato da un corretto atteggiamento e da opportune politiche in materia ambientale.
La sessione pomeridiana, moderata da Francesco Cancellieri, già componente dell’Osservatorio Regionale per la qualità del paesaggio, ha visto i contributi di varie associazioni regionali, ordini e consulte professionali regionali. In particolare Anna Giordano, in rappresentanza del WWF Sicilia, ha ribadito la necessità di intervenire a tutela dell’ambiente e ha riportato l’esempio del porto di Tremestieri, realizzato senza tener conto del fatto che in quell’area insistono ben 5 fiumare che convogliano nel tratto di mare adiacente. Emanuele Doria, presidente SIGEA Sicilia viste le condizione di salute del territorio concorda nel portare avanti la proposta di un tavolo tecnico permanente a livello regionale. così come Enzo Piccione, del Comitato Tecnico Scientifico del Centro Educazione Ambientale, mentre l’ing. Gabriel Versaci dell’ordine degli Ingegneri di Messina il quale sostiene che le categorie professionali hanno una grande responsabilità e devono operare mantenendo sempre come obiettivo l’“impatto zero” che si traduce nel ridurre al minimo il consumo di suolo. Enzo Colavecchio, delegato di Legambiente Sicilia, ha parlato di “rigenerazione urbana sostenibile” e di recupero e risanamento edilizio. Antonio Gambino, delegato Italia Nostra Sicilia , la provincia di Messina ha una media di consumo del suolo tra il 15 % e il 30% e tra le città siciliane è tra quelle che non sono messe bene, specie se si considerano le criticità idrogeologiche e geomorfologiche del territorio. Quindi è auspicabile che si attui il prima possibile un piano di tutela e salvaguardia del territorio della nostra provincia.
Un coro unanime che vede al primo posto la necessità di avviare un tavolo tecnico regionale, strumento che deve permettere a tutti gli attori interessati di discutere, confrontarsi e avere risposte immediate dalle istituzioni. E’ emersa l’opinione condivisa che la linea da seguire sia quella del riuso delle strutture già esistenti, attraverso un adeguato e preciso censimento, utilizzando gli strumenti legislativi esistenti o in corso di attuazione che possono consentire un arresto graduale ma definitivo di questo inesorabile trend di distruzione del territorio. Basta con le “parole pigre”, adesso è il momento di azioni concrete: queste le parole dell’arch. Carmelo Celona, Presidente Nazionale IBAS, I Borghi ad Armonia Sociale, il quale sostiene che le risorse in nostro possesso bastino per avviare un percorso virtuoso. Della stessa opinione Giuseppe Scannella, delegato dell’INBAR e della Compagnia delle Opere Sicilia Orientale, il quale è del parere che il “riuso” rappresenta il futuro in un’ottica anche di rilancio economico. Presenti a questo importante appuntamento anche Giulia Miloro, delegata FAI Sicilia, Carlo Foderà, delegato Amici della Terra Sicilia, Daniele Mento, delegato ordine dottori agronomi e forestali; Mario Cavaleri, delegato Marevivo Sicilia, il quale ha ribadito il concetto di “riuso”, ricordando che il calcestruzzo ha una durata di massimo 100 anni, quindi sono innumerevoli gli edifici che andrebbero demoliti e riutilizzati laddove non si faccia ovviamente un’opera di restauro. Pia Pollina, Consigliere Delegato Ordine Geologi di Sicilia, ha ricordato che a breve verrà varata una nuova legge sull’urbanistica che prevede una maggiore tutela del territorio. Sarebbe auspicabile la creazione di un Ufficio geologico regionale che possa essere di supporto non solo agli uffici isolani ma anche a quelli locali. Anna Carulli, Presidente Nazionale INBAR, Istituto Nazionale di Bioarchitettura, Delegata Ordine Architetti, P., P. e C. di Messina e Delegata della Consulta Regionale Architetti, P., P. e C. di Sicilia, ha ricordato che a proposito di “riuso”, alcuni architetti messinesi hanno realizzato dei progetti basati sul recupero del patrimonio edilizio esistente nell’ottica di una qualità di vita migliore per il cittadino. Stefano Salvo, Presidente Ordine Dottori Agronomi e Forestali di Messina e Segretario Federazione Dottori Agronomi e Forestali di Sicilia ha ricordato che l’ordine degli agronomi anni fa ha proposto alla regione una misura di protezione del paesaggio, proposta che è stata approvata ottenendo il recupero di circa 5000 noccioleti ed è in corso un’azione mirata alla creazione di un piano di gestione della superficie boschiva. Domenico Galvano, Delegato A.R.P.A. Sicilia, ha ricordato l’impegno dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente nella salvaguardia del territorio e ha ribadito l’importanza di una possibile forte azione sinergica. Infine il Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Messina, arch. Orazio Micali, ha ribadito l’importanza di questo progetto legato al tavolo tecnico poiché è solo con il confronto con le istituzioni che le istanze dei cittadini possono tradursi in fatti concreti. A trarre le conclusioni il promotore di questo incontro Andrea Donsì il quale ha prospettato la configurazione del prossimo step, un incontro nel corso del quale sarà strutturato il nuovo soggetto con la partecipazione di altre maestranze necessarie a determinare la qualità del profilo, appuntamento propedeutico alla creazione del tavolo tecnico immaginato, mentre Mariella Sciammetta, II^ Vice Governatore del Distretto Lions Sicilia, ha auspicato che l’iniziativa possa coinvolgere attivamente altre sfere sociali (comunitarie ed istituzionali) nella prospettiva di riuscire ad aprire una varco utile allo sviluppo di azioni e processi socio-economici sostenibili.