Messina- Torna libero, dopo 8 mesi di arresti domiciliari, l’ex commissario regionale al dissesto idrogeologico ed ex consigliere comunale di Messina Maurizio Croce, arrestato a marzo nell’inchiesta con al centro l’appalto per i lavori al torrente Bisconte. L’ingegnere ha chiuso il processo di primo grado alla prima udienza.
Il Tribunale, al contrario del giudice per le indagini preliminari che aveva detto no, ha accolto la richiesta di patteggiamento avanzata dai legali, gli avvocati Bonaventura Candido, Fabrizio Biondo e Piazza, ratificato a 3 anni e mezzo, col parere favorevole dei pubblici ministeri Liliana Todaro e Marco Accolla.
Ha patteggiato anche Francesco Vazzana, collaboratore e amico di Croce. Per lui la pena concordata tra l’Accusa e la difesa, gli avvocati Franco e Nunzio Rosso, è di 3 anni, che finirà di scontare ai lavori socialmente utili. Accolto anche il patteggiamento a 2 anni di Rossella Venuti, coinvolta come segretaria del commissario.
Escono dal processo, quindi, i principali protagonisti dell’indagine della Guardia di finanza, nata dalle dichiarazioni dell’imprenditore ed ex sindaco di Maletto Giuseppe Capizzi, anche lui imputato, che ha patteggiato la pena a 2 anni, difeso dall’avvocato Alberto Gullino. Per tutti gli altri il processo va avanti e riprenderà il prossimo 28 gennaio. Il Tribunale collegiale esaminerà, attraverso il dibattimento, le accuse contro gli imprenditori finiti sotto la lente della Procura per i rapporti con Croce, sia come commissario al dissesto che come candidato impegnato nella campagna elettorale per l’elezione al Comune di Messina. Corruzione, finanziamento illecito ai partiti, truffa e tentata truffa le accuse contestate a vario titolo.