MESSINA – Nel corso degli anni Messina si è affermata come una città sempre più inclusiva, un aspetto confermato anche dall’evento di ieri mattina al Palacultura, “Inclusivity Village”, giunto alla sua seconda edizione: “È una città che risponde bene, risponde bene l’associazionismo e risponde bene il cittadino. È una città che, come varie volte abbiamo detto andava ascoltata e seguita. Una città che ha bisogno di punti di riferimento e questo evento aiuta a integrarsi, aiuta a far sì che l’inclusione diventi una realtà. Messina questa realtà ce l’ha”. A dirlo il presidente provinciale di Arcigay Messina, Rosario Duca.
Il presidente lancia un appello: “Denunciate sempre gli episodi di violenza, le istituzioni rispondono”.
Ma qual è la situazione, sul piano dei diritti, a Messina? Nonostante i progressi esistono visioni contrastanti. Eventi che promuovono l’inclusione contribuiscono sicuramente ad aprire le menti, facendo capire quanto sia importante che ognuno possa esprimere liberamente il proprio amore, ma la testimonianza di un cittadino appartenente alla comunità Lgbtqia+ offre una prospettiva diversa: “Messina non è una città per niente inclusiva anzi, forse è tra le meno inclusive in tutta la Sicilia, per non parlare rispetto alle altre città italiane. Dico questo perché ovviamente ho avuto modo anche di confrontarmi con la mia comunità, sia nella città di Catania che nella città di Palermo. Lì sicuramente c’è un miglioramento e un’inclusività maggiore rispetto a quando ero piccolo, circa 25 anni fa. La situazione non è cambiata assolutamente”, racconta.
“Abbiamo paura a uscire di casa e farci, tra virgolette, scoprire, perché purtroppo ancora bisogna dire così. Abbiamo paura che ci scoprano, abbiamo paura di camminare per strada mano per mano se stiamo con un nostro partner perché siamo ancora fortemente bullizzati, criticati, insultati”, sottolinea il testimone, che preferisce rimanere anonimo.
Il presidente sottolinea, però, come negli anni la città abbia subito dei cambiamenti positivi: “Ho vissuto tutti gli anni dalla nascita di Arcigay. Il cambiamento più evidente è nella mentalità delle persone, ora decisamente più inclusiva. Non è stato un processo facile. Va detto, però, che Messina non è mai stata una città omofoba o aggressiva, fatta eccezione per i cosiddetti ‘leoni da tastiera’. Nei casi più gravi denunciamo sempre gli episodi, e le istituzioni rispondono prontamente. Questo rappresenta un grande passo avanti, frutto dell’impegno della comunità stessa. È importante vivere la propria vita liberamente, senza condizioni e senza paura. Per qualsiasi necessità, l’associazione è sempre disponibile”.
Negli anni sono stati istituiti degli sportelli attivi h24, la notte telefonicamente. E, dopo una lunga lotta durata 15 anni, è stato istituito uno sportello neutro all’interno di Palazzo Zanca. “L’ha presentato anche l’assessora Liana Cannata e la ringraziamo per la grande sensibilità che ha dimostrato fino ad oggi, ma anche tutta l’amministrazione”, specifica il presidente Rosario Duca.