London eye, ‘l’occhio di Londra’, è la ruota panoramica più alta d’Europa (135 m). Situata sulla riva sud del Tamigi costituisce il più alto punto di osservazione della città ed è diventata una delle attrazioni a pagamento più popolari del Regno Unito. Con i suoi 4 milioni di visitatori all’anno -il British Musuem, la struttura più visitata nel Regno Unito, ha registrato nel 2017 circa sei milioni di visitatori- ed a un prezzo medio di 30 euro a biglietto, London eye fattura, sono stime approssimative per difetto, circa 120 milioni di euro l’anno.
Dubai, dall’altra parte del globo, ha realizzato la ruota panoramica più grande al mondo the Ain Dubai ‘l’occhio di Dubai’ alta 250 metri che aprirà ufficialmente in occasione dell’inaugurazione di Expo Dubai nel 2020. La ruota si staglia sulla splendida isola di Bluewaters – spettacolare quartiere residenziale, commerciale e turistico affacciato sullo skyline cittadino in cui insistono boutique, hotel a cinque stelle, resort di lusso, Madame Tussauds Dubai, un souk, ristoranti all’aperto e tanti negozi. Per una città che punta a diventare la metropoli del turismo entro il 2025 la ruota costituisce una delle più importanti strutture di richiamo.
Alla luce del modello imprenditoriale di successo delle ruote panoramiche non sorprende l’intuizione di un “Gruppo di Studio” di Torino (Gruppo di Studio NonSoloPonte – www.nonsoloponte.it – ) che ha pensato di valorizzare il ponte sullo stretto anche sotto il profilo turistico. Sì proprio il ponte. Come è noto, il progetto prevede un impalcato sospeso con tiranti verticali agganciati a dei cavi portanti tenuti in tensione dalle due torri. Cavi portanti sui quali è attualmente previsto lo scorrimento di un carrello per il controllo e la stessa manutenzione dei cavi. Ecco l’idea geniale!!! Perché non fare scorrere sui cavi cabine di vetro che a velocità lenta attraversano il ponte e offrono allo spettatore un panorama unico e straordinario sulla “rotta di Ulisse” nella terra di “Scilla e Cariddi”? Secondo il Gruppo che ha condotto lo studio, il progetto della cabinovia è realizzabile con modifiche molto contenute al progetto esecutivo esistente.
Le due torri poi, opportunamente attrezzate e riqualificate, potrebbero ospitare ascensori panoramici e terrazzamenti a vari livelli fruibili non solo per le potenzialità panoramiche, ma anche per l’allocazione di istallazioni destinabili a connesse attività turistico/commerciali, di intrattenimento e di controllo.
Per una sintetica valutazione economica, stimando un flusso di 2,5 milioni di visitatori l’anno al prezzo di 20 euro a persona, la sola cabinovia genera un fatturato di 50 milioni di euro, senza tenere conto, ovviamente, di tutti gli effetti indiretti sull’economia locale. Considerando, per esempio, una permanenza media di un pernottamento e due giornate al costo complessivo di 100 euro, si prevedono entrate pari a 250 milioni di euro l’anno. Un business, dunque, che potrebbe far gola a tanti investitori internazionali che con risorse finanziarie proprie e senza alcun aiuto dai governi regionale e nazionale e dall’Unione Europea sarebbero pronti a realizzare il ponte sullo stretto e, perché no, anche un aeroporto nella zona tirrenica per far sbarcare sul territorio i milioni di visitatori interessati a conoscere a ciò che si viene così a prefigurare come una delle attrazioni più belle al mondo.
Il ponte, secondo il Gruppo che ha condotto lo studio, acquisirebbe dunque una nuova valenza; non solo quindi infrastruttura strategica per il completamento del corridoio scandinavo Mediterraneo in grado di connettere la Sicilia all’Europa ma anche un attrattore turistico unico al mondo nel suo genere in grado di produrre occupazione e sviluppo per la nostra città metropolitana. È un’idea di massima che, come dichiara il coordinatore del Gruppo di Studio NonSoloPonte, Arch. Michele Comparetto, pur avendo ricevuto, negli anni, la validazione, seppure informale, da parte degli progettisti del ponte del Politecnico di Milano, necessita, ovviamente, di analisi tecnica ed economica più puntuale. Ma si tratta, senza ombra di dubbio, di una suggestione di grande impatto per la nostra comunità e per tutti coloro che ritengono che la realizzazione del ponte serva anche per rilanciare l’immagine della nostra città nel panorama mondiale.
L’articolo è del professor Michele Limosani