Il giocatore era andato via per motivi familiari e non più tornato. Ma, secondo la commissione, per volontà della società, non sua
Doveva guadagnare 10mila 800 euro per sette mesi di contratto, ne ha ricevuti solo 4mila. La commissione accordi economici ha dato ragione all’attaccante David Yeboah e ha condannato il Messina al pagamento di 6mila 433 euro. 367 euro in meno di quanto richiesto perché il giocatore si è assentato dal 21 al 25 marzo per motivi familiari.
Tutto qui sta l’inghippo perché, dopo il 25 marzo, Yeboah non è più tornato. Ed è il motivo per cui la società si era opposta al ricorso, sostenendo che 4mila euro era il compenso pattuito fino al 20 marzo, cioè fino a quando Yeboah è rimasto a Messina.
Nei tre mesi e mezzo in giallorosso il suo rendimento era stato buono, aveva realizzato 7 reti in 11 presenze, mentre quest’anno gioca nel Mantova, sempre in serie D.
La società ha prodotto una missiva datata 4 maggio 2018 con la quale informava la Lnd dell’assenza ingiustificata del calciatore. Missiva che, secondo la commissione, non vale nulla perché inviata “a distanza di oltre 30 giorni dalla data prevista per il rientro del calciatore in sede” e perché “alcuna diffida ha inviato al calciatore intimandogli il rientro”… … “al quale più probabilmente è stata preclusa la prosecuzione dell’attività sportiva”.
In poche parole: non è stato Yeboah a non voler tornare, è stato il Messina a impedirgli di farlo.