MESSINA – Le scelte del sindaco Basile accendono il dibattito su quale idea di città debba prevalere. Ieri l’annuncio sul Palagiustizia da destinare negli immobili ex Cassa di Risparmio ed ex Banca di Roma. E il giorno prima la precisazione sul provvedimento imminente riguardante gli ambulanti, che chiedono lo spostamento del mercato dall’area Mandalari a Giostra. Tematiche che scatenano i nostri lettori e le nostre lettrici. E che raccontano quanto ogni scelta incida, come scelta strategica, sul futuro di Messina e su quale direzione dare a una realtà ancora troppo condizionata dalla dipendenza dall’auto e con spazi cittadini nei quali manca l’armonia tra spazio urbano e qualità della vita.
Lo stesso Federico Basile, parlando del confronto con gli ambulanti, ha evidenziato il nodo della questione: “I mercatali, correttamente, in base alla loro visione, cercano spazio su strada. Abbiamo trovato una soluzione tampone che deve essere condivisa, ma vedremo se va bene per la città. Io sono il sindaco di tutti i cittadini e le istanze personali devono trovare una completa localizzazione nell’interesse della città”.
Una frase chiave che sintetizza il senso dell’amministrare e la necessità di trovare un equilibrio tra opposte e legittime istanze. Equilibrio tra le richieste degli operatori economici e l’interesse a salvaguardare viabilità e condizioni igienico-sanitarie in strada, ad esempio. Tocca a chi ha responsabilità politiche la scelta finale, che non sempre potrà accontentare tutti.
“Liberare” la città dalle auto e dall’eccessiva occupazione degli spazi significa concepire una Messina con servizi e uffici decentrati. Significa soprattutto, in linea con le dichiarazioni dell’assessore Mondello e dello stesso Basile, pensare a un’altra idea di città, incentrata sui mezzi pubblici e sulla possibilità di valorizzare edifici storici chiusi da tempo. Una rivoluzione culturale, insomma.
Il sindaco Basile interpreta il suo ruolo con serietà ma immaginare una città alternativa si traduce nel verificare se possano esistere soluzioni alternative a un Palagiustizia in pieno centro, osservano alcuni nostri lettori. Da amministratore pragmatico, magari, il primo cittadino non aveva alternative, in questa occasione. Ma oggi alla politica si chiede uno sforzo in più per far prevalere una città invisibile, per citare Calvino, ma che in prospettiva possa prendere corpo.
Probabilmente, nel caso specifico, ha ragione il nostro redattore Marco Ipsale: non è la soluzione ideale ma la destinazione del Palagiustizia è la più praticabile nella situazione concreta. Rimane importante però che non si perda un’idea alternativa di città. Una nuova idea di città che va trasmessa a noi cittadini. Cittadini di una realtà dove traffico, scarsa cura del territorio, crisi economica e sociale, scelte dissennate sul piano urbanistico hanno provocato un crollo della qualità della vita negli ultimi decenni.