In questi 30 anni di latitanza, il nome dell’ultimo padrino di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro si è legato anche alla Calabria, perché da alcune dichiarazioni del pentito, Luigi Paternuosto, come risulta da alcuni verbali, in un interrogatorio del maggio 2011 ai magistrati della Dda, affermò che Messina Denaro avrebbe trascorso qualche periodo della sua lunga latitanza nel cosentino e più precisamente a Mendicino, piccolo comune alle porte della città di Cosenza. Paternuosto, nelle sue dichiarazioni, racconta anche, prima della presunta presenza del Boss di Cosa Nostra nel comune del cosentino, di due emissari di Matteo Messina Denaro a Cosenza per acquistare delle abitazioni, “So che l’affare andò in porto, ma non so – affermò sempre il collaboratore di giustizia- indicare dove siano questi appartamenti. Si trovano comunque sulle quattro strade di Mendicino, prima di arrivare al paese”. Inoltre in una banca di Mendicino vennero sequestrati 700.000 euro a presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. Dichiarazioni, avvalorate da un sequestro di beni eseguito nel 2011 in Sicilia ad alcune persone imparentate con Matteo Messina Denaro. Infatti nel lungo elenco dei beni sequestrati vi erano, due appartamenti ubicati a Mendicino.