cronaca

Messina, dove la mafia china il capo alla ‘ndrangheta. E i catanesi….

MESSINA – E’ allarme droga anche per la Direzione investigativa antimafia. L’ultimo dossier semestrale della Dia, relativo ai primi sei mesi del 2022, indica che l’emergenza per la città di Messina è il traffico di stupefacenti. Un aspetto sottolineato più volte, negli ultimi anni, anche dalla Procura di Messina e dalle altre forze dell’Ordine.

Proprio qualche giorno fa, alla alla Festa della Polizia, la Questora Gabriella Ioppolo ha ricordato che è la droga il settore più impegnativo, nella lotta alla criminalità, e lo scorso anno proprio alla Dia l’allora procuratore capo di Messina, Maurizio De Lucia, ha detto: “Abbiamo (ndr) ragione di ritenere che la ‘ndrangheta possa in futuro utilizzare lo stesso canale individuato per gli stupefacenti anche per altri traffici, in particolare quello del reinvestimento dei capitali”.

Analizzando le indagini e le operazioni dell’inizio del 2022, la Dia conferma la geografia dei gruppi criminali cittadini ormai consolidata. Geografia che si regge ancora su una pax mafiosa stipulata ormai decenni fa e i cui equilibri sono condizionati dal fatto che la città dello Stretto è per la ‘ndrangheta uno snodo importante per i traffici di stupefacenti.

Un business milionario che non conosce rallentamenti e che anzi negli ultimi anni è tornato più fiorente di prima. Lo testimoniano le operazioni Aquarius, fatta scattare dalla Polizia nel marzo 2022,

Un hub fondamentale della criminalità, Messina, la definisce la Dia, proprio sotto questo aspetto.

A Messina la cellula più importante è quella catanese riconducibile ai Romeo-Santapaola. Il sodalizio proiettando i propri interessi in diversi settori dell’imprenditoria e della pubblica amministrazione, infiltrando il sistema economico e investendo nello stesso i proventi illeciti.

Poi ci sono i gruppi legati ai vari rioni, impegnato nel gestire i proventi del traffico di droga e delle scommesse clandestine. A Santa Lucia sopra Contesse comanda ancora il clan Spartà, a Messina centro nel rione Provinciale opera il clan Lo Duca, mentre a Camaro la fa ancora da padrone lo storico clan Ventura-Ferrante.

Mangialupi rimane la piazza forte per il traffico di droga, soprattutto con la Calabria, ed è ancora controllata dai gruppi Aspri, Trovato, Trischitta e Cutè. Resiste ancora, invece, a Gravitelli, la famiglia riconducibile ai Mancuso, mentre a Giostra le forze dell’Ordine mappano ancora come elementi di spicco gli uomini legati allo storico boss di Luigi Galli e a Tibia. Oltre a controllare le scommesse clandestine intorno alle corse dei cavalli, il clan è attivo anche nel traffico di droga e nel riciclo di capitali illeciti.