Una mafia sommersa ma sempre più armata, che capitalizza i suoi guadagni attraverso lo spaccio di droga. E’ questo lo spaccato della mafia messinese emerso dalle audizioni della commissione Antimafia dell’Ars, presieduta da Antonello Cracolici, in città dopo due anni dall’ultima tappa (vedi qui l‘intervista video di Alessandra Serio)
“Circolano tantissime armi che da evidenze investigative non mostrano una ripresa della violenza, segno di una mafia sempre più armata ma che sceglie di essere sommersa – ha detto il presidente della commissione dell’Assemblea regionale, oggi in città insieme ai componenti Bernardette Grasso, Giovanni Burtone, José Marano e Marco Intravaia – le famiglie mafiose continuano a essere presenti sul territorio con tratti di continuità quasi dinastica, e con gli stessi cognomi che ricorrono di generazione in generazione”.
“Emerge che c’è un’attività estorsiva sempre più diffusa – ha detto Cracolici – ma paradossalmente si riducono le denunce, con una sorta di “messa a disposizione” da parte degli stessi imprenditori nei confronti dei mafiosi”. Una strategia della sommersione che riguarda anche le truffe sui fondi Agea sui Nebrodi, “con fenomeni estorsivi sui terreni agricoli e la ricerca di insospettabili prestanome per superare i blocchi delle certificazioni antimafia pur di avere vantaggi sui contributi”.
A due anni dalla precedente tappa nella città dello Stretto è drammatico il bilancio della commissione Antimafia sullo spaccio di stupefacenti: “Il traffico di droga è cresciuto, con un accumulo di capitali riciclati nel settore delle scommesse ma anche nel circuito economico tradizionale – ha aggiunto Cracolici – il prezzo del crack si è ridotto, facendo aumentare, di conseguenza, il consumo da parte dei minorenni. Basti pensare che da un grammo di cocaina si possono ricavare 20 dosi di crack. Questo comporta un grave allarme sociale, nonostante una diffusa percezione da parte dell’opinione pubblica di una mafia ormai sconfitta e meno pericolosa, perché meno visibile.
“Oggi tanti ragazzi consumato crack perché è come fumare senza rendersi conto dei disastri che questo provoca Se oggi siamo in presenza di una diffusione è certo che a gestire il traffico ci sono le famiglie anche della provincia di Messina ma anche persino le casalinghe, come è noto è semplice realizzare il crack”.
“Dobbiamo essere tutti consapevoli, invece, che la lotta contro le mafie deve continuare, perché cosa nostra non è un fenomeno del passato, e se vogliamo sconfiggerla dobbiamo impegnarci tutti”. Dopo l’incontro con la prefetta Cosima Di Stani, con il comitato per l’ordine e la sicurezza, con il procuratore generale presso la corte di Appello di Messina, Carlo Caponcello e il procuratore capo Antonio D’Amato, si è tenuta l’audizione dei 108 sindaci del Messinese per discutere dei problemi relativi alla presenza della criminalità organizzata nel territorio.