“Noi in DAD, loro in FESTA! No a scuola del privilegio”, alcuni movimenti e associazioni lanciano una petizione sul caso del compleanno dell’assessora Tringali all’Antonello. Una campagna social per chiedere che sindaco e assessora relazionino in Consiglio Comunale su quanto accaduto. La petizione è promossa da: Liberazione Queer+ Messina, Arcigay Messina, Rete 34+, MessinAccomuna, Cambiamo Messina dal Basso, Grilli dello Stretto, UDU, Rete degli studenti medi, CUB , Potere al Popolo Messina.
Le 10 associazioni ricordano come il 22 febbraio in Italia vigeva un divieto (tutt’ora valido) e che riguarda l’organizzazione delle feste, sia pubbliche che private. Come ormai noto l’assessora Tringali, che è dirigente scolastica all’istituto Antonello ha organizzato i festeggiamenti per il suo compleanno durante la pausa pranzo, alla presenza di circa 15 persone. Dopo la bufera mediatica che si è scatenata la Tringali ha rilasciato una serie di dichiarazioni, evidenziando come vi siano state altre occasioni di analoghi festeggiamenti all’interno dell’istituto.
“Ha quindi preso in mano l’organizzazione, dispondendo di rinforzare la “pausa pranzo” per una quindicina di persone con monoporzioni, dolce e spumante- scrivono le associazioni-Un vero e proprio servizio di catering che, in mancanza di chiarimenti sul punto, sembrerebbe essere stato offerto dai ragazzi dello stesso Istituto Professionale Antonello. È accaduto qualcosa di grave, e a crederlo non siamo soltanto noi, come testimoniano l’interrogazione parlamentare e l’intervento della sottosegretaria all’istruzione, Floridia (realizzatosi come approfondimento da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale)”.
Le sigle che firmano la petizione ricordano come l’educazione è il pilastro reggente della nostra società, e come sia in corso una crisi scolastica senza precedenti. Molte scuole di Messina soffrono tutt’oggi la mancanza dei dispositivi di protezione individuale ed uno scarso monitoraggio delle norme di sicurezza.
“Le 15 monoporzioni di pasta per la festa dell’Assessora sono state prodotte da ragazzi dell’Antonello, in piena continuità con il modello di sfruttamento imposto dall’alternanza scuola-lavoro (vigente dal 2017 ormai)- prosegue la petizione- Cosa dovrebbero dire, davanti a questa festa, i gestori di bar e ristoranti della nostra città? Coloro cioè che hanno sofferto e subìto più di molti altri, a causa anche di ordinanze sindacali più restrittive, chiusure parziali e totali dei locali e limitazioni persino nelle vendite d’asporto, rinunciando all’organizzazione di cerimonie ed eventi, compleanni compresi, nel rispetto delle disposizioni dei vari dpcm ed ordinanze regionali e sindacali: subendo, al contempo, come tutti i messinesi, la retorica bellica del sindaco che definiva “disertore” o “traditore” chi non si adeguava alle prescrizioni o criticava i suoi diktat”.
Le associazioni colgono l’occasione per contestare anche la nomina dell’ex assessore Enzo Trimarchi (finito al centro delle polemiche per il post su Carola Rackete) ad esperto delle politiche scolastiche.
“Questo rende ancora più chiara l’inadempienza non solo della Tringali, ma di De Luca e delle sue nomine- conclude la nota- lui stesso fa scivoloni a destra e a manca, condendo il tutto con le ennesime minacce. Appare perciò poco coerente la scusa degli insulti sessisti che De Luca tenta di usare per zittire chiunque critichi l’Assessora Tringali: non solo perché il più delle volte si confonde a proprio piacimento ruolo politico e genere, ma perché appare poco credibile accusare di sessismo che, tra gli altri, fa attivismo (sociale e politico) LGBTQ+ sul territorio”
I movimenti ricordano una serie di episodi simili, come la distribuzione delle uova di Pasqua mentre la città era in pieno lockdown, fino all’ultima “festa” celebrata a Palazzo Zanca pochi giorni fa. Senza contare la manifestazione dei suoi sostenitori proprio per sostenere le politiche anti-assembramento.
“Crediamo che non ci sia più niente di cui stupirsi: l’Assessora ha ironicamente dichiarato di fare il compleanno ogni anno. Ebbene, le ricordiamo che i cittadini hanno rinunciato a festeggiare tappe molto più importanti della vita, come lauree, matrimoni o battesimi, per non mettere in pericolo i propri cari e rispettare le norme anti covid. La gravità della vicenda ci impone, come forze rappresentative della città, di chiedere spiegazioni a nome di quanti oggi patiscono le conseguenze della pandemia sicuramente in forme più gravi di chi ha il privilegio di un’indennità da Assessore o di chi dichiara 1 milione di euro l’anno nel proprio reddito, come il sindaco De Luca”.
Ecco quindi la petizione #noiinDADloroinFESTA, chiedendo alle forze politiche di questa città di affrontare in Consiglio comunale la questione.