MESSINA – L’ordinanza “antimovida” continua a far discutere. La città è divisa tra chi la osteggia e chi la apprezza. In quest’ultimo caso, grande soddisfazione è stata manifestata dall’Associazione Centro Storico. Il presidente Anthony Greco ha voluto sottolineare il suo compiacimento, sebbene considerandolo “parziale”. L’ordinanza è definita “un passo in avanti nella promozione per una migliore convivenza fra attività commerciali e residenti nel segno di una maggiore vivibilità per tutti, riconoscendo per la prima volta una distinzione tra locali che possono fare attività danzante (quelli, per intenderci, che per far ballare diffondono musica ad alto volume), da quelli invece che possono fare allietamento alla clientela (quelli che mettono musica in sottofondo a basso volume). E’ un tema che portiamo avanti da anni e sta cominciando a dare i primi risultati”.
Greco continua spiegando che la distinzione era già contenuta all’interno di un decreto del Governo Monti del 2012, ma mai evidenziata in nessuna ordinanza. Così si lasciavano “le maglie aperte a chi ‘faceva musica’ e stabilendo solo l’orario di spegnimento della stessa, senza arrivare e risolvere il problema. Ricordiamo che tale distinzione è importante non solo dal punto di vista della circoscrizione dell’abusivismo, ma anche dal punto di vista della sicurezza dei locali visto che in modo particolare quelli che fanno attività danzante, per ottenere la licenza della Questura, devono essere ovviamente a norma”.
L’Associazione Centro Storico, poi, auspica un’opera di sensibilizzazione al rispetto delle regole “per raggiungere l’obiettivo di una città dove tutti possano avere il diritto di lavorare, divertirsi e riposare senza arrecare disturbo agli altri”. Dopo varie precisazioni, Greco chiude con alcune considerazioni: “Se nel Centro Storico non vi sono attività autorizzate a fare ballare i clienti vuol dire che fino ad oggi tutti coloro che hanno esercitato questa attività lo hanno fatto abusivamente. Questi locali hanno disturbato per anni i residenti; hanno infranto le leggi; hanno fatto ballare le persone pur sapendo di non poterlo fare e di non avere i locali a norma. Ci auguriamo che i locali che vogliono fare attività danzante richiedano la licenza della Questura per esercitarla legalmente ed in sicurezza. L’ordinanza allarga l’orario di diffusione della musica delle 24 previste dal decreto Monti all’1. Non sappiamo se un sindaco abbia il potere di farlo”.
Il presidente poi conclude: “Essendo pochissimi i locali autorizzati alle serate danzanti sarà più facile per le forze dell’ordine esercitare i loro controlli e per i fruitori capire se si sta entrando in un locale autorizzato o abusivo”. E ancora: “Fare musica fino alle ore 1,00 non vuol dire avere il diritto di disturbare fino alla ora 1,00. Il diritto alla quiete è a qualsiasi orario, anche alle ore 23,00. Infine voglio ringraziare la stampa che in questi anni ha dato voce alle nostre richieste, lamentele e proposte, in particolare Tempostretto che si è quasi intitolato questa battaglia di diritto insieme a noi”.