“Rivaluteremo la realizzazione degli uffici e se si creeranno le condizioni per poter sospendere la realizzazione complessiva dell’immobile lo faremo sicuramente, lasciando al risultato del concorso di progettazione la decisione anche su quella porzione di area”.
E’ un’apertura importante quella del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto di Messina, Mario Mega, sulla possibilità di non ricostruire un edificio al posto dell’ex Teatro in Fiera. Un’apertura che arriva alla fine della fase di confronto pubblico, dal quale è emerso che la grande maggioranza chiede si intervenga per sottrazione e non per aggiunta, lasciando libera la vista del mare.
Ma la città si è svegliata tardi e i lavori sono già iniziati pur se, curiosa coincidenza, tutto si è fermato subito dopo la demolizione. Il Cga ha escluso la prima ditta classificata, quella che stava già lavorando, e riassegnato l’appalto alla seconda. A questo punto è stata l’Autorità Portuale a contestare i requisiti della seconda e ad avere ragione al Tar. La seconda classificata, la Jonica 2001 di Giarre, ha fatto ricorso al Cga e sarà discusso a maggio. Se il Cga dovesse confermare il verdetto del Tar, allora l’Autorità Portuale dovrebbe verificare i requisiti della terza classificata ed eventualmente delle successive.
Insomma si punta a non ricostruire ma non è detto ci si riesca. “Se fossimo costretti comunque a realizzare il fabbricato – dice Mega – cercheremo di modificarne in parte la destinazione per venire incontro alle esigenze rappresentate nel confronto pubblico che non hanno mai evidenziato la possibilità di insediare uffici in quell’area”.
Ma da cosa dipende? Dall’esito del Cga a maggio, anzitutto. E poi, eventualmente, dalla volontà delle altre ditte classificate. “Considerato l’aumento dei costi degli ultimi anni, anche del 20 o 30 % – spiega il presidente Mega -, è difficile che le altre ditte accettino i prezzi vecchi e noi non siamo obbligati ad aggiornarli. Se nessuno dovesse accettare saremmo liberi dalla gara d’appalto, senza dover far fronte a risarcimento danni. In questo caso potremmo chiudere l’intervento”.
Per un altro appalto in corso, quello del terminal crociere, si è verificata una situazione simile. Le prime due ditte sono state bocciate dal Tar e la terza ha sollevato un problema di costi. Se non si arriverà all’accordo bisognerà rifare la gara d’appalto.
Contesa giudiziaria anche per l’appalto della riqualificazione dei padiglioni di pregio in Fiera. La percentuale di lavori realizzati è intorno al 65 % e l’Autorità Portuale è finalmente rientrata in possesso delle aree. “Stiamo verificando la possibilità di affidare i lavori alla seconda classificata, anche qui c’è un problema di costi, pure se forse risolvibile – conclude Mega -. Sennò si dovrà rifare una nuova gara”.
Il presidente dell’Autorità Portuale fa infine un bilancio del confronto pubblico: “L’area dovrà essere liberamente fruibile da tutti assicurando una fruibilità intergenerazionale, garantendo specifiche attenzioni ai giovani, alle famiglie con bambini piccoli, agli anziani, alle categorie più deboli e ai disabili. Già in sede progettuale dovranno essere create le condizioni per consentire sia lo sviluppo di attività economiche che generano reddito sia iniziative senza scopo di lucro con particolare riguardo alle attività sportive e ricreative legate al mare. Il confronto con la cittadinanza su tematiche così ampie, che coinvolgono questioni non esclusivamente portuali, non dovrà interrompersi, dovrà ispirarsi ai principi della trasparenza e della partecipazione e diventare una costante nell’azione amministrativa dell’Autorità Portuale”.
Il concorso di progettazione sarà lanciato a maggio, con l’obiettivo di individuare il progetto vincitore entro fine anno e di avviare le progettazioni di dettaglio a partire da gennaio.
(Marco Ipsale)