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Messina. Fallimento Ato3 e accordo Schipani così si prova a salvare il piano di riequilibrio

Fallimento di Ato 3, che gestiva il servizio rifiuti, e accordo con impresa Schipani, che gestiva la pubblica illuminazione. Un potenziale risparmio di 15 milioni dal primo e 40 dal secondo, con l’obiettivo di alleggerire il piano di riequilibrio e dare un altro segnale alla Corte dei Conti, che ha convocato il sindaco per martedì prossimo 8 febbraio.

De Luca le sta tentando tutte per “convincere” l’organo statale ed evitare la dichiarazione di dissesto finanziario, in coincidenza con le sue annunciate dimissioni.

La richiesta di fallimento di Ato 3

Ieri sera, dunque, il Comune di Messina, quale socio unico dell’Ato Me 3 in liquidazione, ha invitato il liquidatore Antonio Liotta ad avviare la procedura per la dichiarazione di fallimento. La giunta De Luca, in assemblea col liquidatore, ha osservato che “l’Ato Me 3 gestiva il servizio dei rifiuti ex lege per il territorio del Comune di Messina ma non esercitava direttamente il servizio, che era affidato a Messinambiente. Pertanto, il riconoscimento del debito nei confronti di Ato Me 3 non è configurabile nella misura in cui il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti veniva reso da Messinambiente”.

Con delibera 65 C del 13 dicembre 2017, il Consiglio comunale aveva approvato una transazione per un importo di circa 15 milioni, sulla base di un accordo trilaterale fra Ato 3, Messinambiente e Comune, ma di questa somma solo 9 milioni 452mila euro erano riferibili a servizi resi. La parte restante derivava da transazioni per procedimenti giudiziali, su parere dei revisori dei conti prot. 208116 del 28 agosto 2017.

La delibera 65 C/2017 è stata revocata dalla delibera 37 C del 3 aprile 2019 dopo il chiarimento della segretaria generale Rossana Carrubba: “L’arricchimento – aveva detto – non nasce da un servizio reso direttamente al Comune perché il committente era sempre Ato, soggetto gestore del servizio di raccolta dei rifiuti che si appoggiava a Messinambiente. Nella transazione sono proprio l’Ato e Messinambiente a riconoscersi il debito, mentre il Comune fa la delega di pagamento perché intende finanziare il concordato preventivo”.

Musolino: “Debiti di Ato 3 impossibili da soddisfare”

“Qualora si volesse mantenere fermo il parere reso dal Collegio dei Revisori dei Conti del 28 agosto 2017 – dice ora l’assessora Dafne Musolino – il debito riferibile alle fatture emesse per i servizi resi ammonta a 9 milioni 452mila euro. In sede di riconoscimento del debito, lo stesso andrebbe comunque ridotto a tale minore importo rispetto a quello attualmente inserito nel piano di riequilibrio e sempre a condizione che vi siano gli elementi per il riconoscimento dei servizi resi. Anche se questo credito venisse riconosciuto dal Consiglio comunale è comunque inferiore ai debiti di Ato 3, su tutti circa 10,8 milioni verso Messinambiente e 4 milioni verso Tirrenoambiente. Risulta dunque evidente che la liquidazione si trova in una condizione di incapacità di potere portare avanti anche la gestione ordinaria, attesa l’impossibilità di estinguere i suoi crediti. Negli ultimi due anni la situazione debitoria non è migliorata e la liquidazione non può essere definita in tempi brevi. L’operazione dell’Ato consente di eliminare 15 milioni 614mila euro dal piano di riequilibrio”.

Il Comune di Messina ha invitato il liquidatore a verificare entro le 19 di oggi la possibilità di trovare un accordo coi creditori, che però “hanno dato solo una disponibilità pro forma e non sono stati in grado di presentare un quadro esauriente della massa debitoria”. Da qui la richiesta da parte del Comune al liquidatore di avviare la procedura per la dichiarazione di fallimento.

La transazione con l’impresa Schipani

Un risparmio ancora maggiore può derivare dalla transazione con l’impresa Schipani, che ha gestito per anni la pubblica illuminazione nel territorio comunale. “Dopo oltre 20 anni di contenzioso con un rischio di circa 60 milioni di euro di condanna del Comune di Messina – dice il sindaco De Luca – siamo riusciti a sottoscrivere un accordo a 20 milioni di euro. Dopo due anni di trattative abbiamo fatto risparmiare alle casse comunale circa 40 milioni di euro”.

Più nel dettaglio, “il Comune di Messina riconosce in via transattiva all’impresa Schipani srl la somma di 20 milioni di euro, oltre iva se riconosciuta, a totale soddisfacimento delle domande svolte dall’impresa nei giudizi”. 9 milioni 161mila euro derivano da “risarcimento danni da inadempimento contrattuale” e 10 milioni 838 mila euro “per interessi moratori”.

“Il pagamento avverrà in tre soluzioni di pari importo e precisamente: la prima rata entro il 31 dicembre 2022, la seconda entro il 30 giugno 2023, la terza entro il 30 giugno 2024”.