Il sindaco De Luca nel motivare la revoca dell’ordinanza sul lockdown fa riferimento alle minacce formulate pubblicamente nei suoi confronti ed al pericolo conseguente di disordini o fenomeni di pericolosa eversione sociale. Tempostretto esprime vicinanza al sindaco minacciato. A Tempostretto sappiamo bene da molti anni (fino all’ultimo caso, con le sue dichiarazioni nei nostri confronti nella diretta facebook di ieri sera) cosa significhi essere destinatari di accuse, insulti, anche da parte delle istituzioni, nonché bersagli di attacchi e minacce dei leoni da tastiera scatenati da dichiarazioni pubbliche. Svolgere con coscienza il proprio ruolo e finire oggetto di offese amareggia.
Fatta questa premessa è però chiaro che Messina, nella tragedia della pandemia ha bisogno di un sindaco che amministri e che lo faccia in un clima di unità e condivisione. Il numero dei morti e dei positivi nella seconda ondata è drammatico e sta vedendo tutti, ognuno per il proprio ruolo, impegnati nel fronteggiare l’emergenza. Proprio per la drammaticità del momento, dell’ora buia di una città martoriata, serve unità, condivisione, lavoro di squadra.
Nel corso di quest’ultimo anno Tempostretto ha evidenziato le gravi falle dell’Asp nella gestione dell’emergenza, criticità le cui conseguenze sono state pagate da tutti. Allo stesso modo Tempostretto ha sottolineato più di una volta il grande lavoro sul piano amministrativo e di efficacia che la giunta De Luca ha portato avanti dal momento dell’elezione. Ci sono assessori, in una squadra che è stata via via migliorata sul piano della competenza e della qualità, che lavorano con sacrificio, bravura e attenzione.
Messina però non merita quanto accaduto negli ultimi giorni. Messina e i suoi 240 mila abitanti nell’ora più buia hanno diritto ad un governo della città che sia basato sulla condivisione, sul lavoro di tutti e sul rispetto del lavoro di tutti. Il senso di responsabilità di ognuno di noi fa la differenza tra la zona rossa e la zona bianca. Ma più di tutti noi il senso di responsabilità deve prevalere in chi amministra, in chi è chiamato a guidare la città mentre attraversiamo la bufera.
Sulla questione gestione Asp il sindaco ha ragione ed infatti c’è in atto un commissariamento ed anche una valutazione da parte della Regione sull’operato del manager La Paglia che sicuramente arriverà a conclusione. Nel frattempo l’ufficio commissariale sta lavorando per recuperare i buchi neri che fino al 18 dicembre erano diventate voragini. I numeri dei contagi in questo inizio 2021 preoccupano tutti, non solo il sindaco. Il 7 gennaio De Luca ha chiesto la zona rossa. E l’ha ottenuta proprio perché tutti sono preoccupati esattamente come lui.
Dal 9 gennaio De Luca vuole misure maggiormente restrittive, vuole chiudere la città, vuole La Paglia fuori subito, vuole il controllo totale della gestione pandemica. Soprattutto vuole che nessuno obietti, che nessuno dia consigli, che nessuno dica la sua, che nessuno faccia domande anche sul proprio destino economico. Vuole che si dica sì e basta. Tutti. Nessuno escluso.
Domenica 10 gennaio a tarda sera firma un’ordinanza oggettivamente confusa, con errori e incongruenze. Non è ammissibile che in piena pandemia, in zona rossa già istituita da Musumeci, il sindaco firmi un provvedimento, per di più post datato al 15 gennaio e che causa confusione e nonostante ciò il sindaco si irriti per le reazioni (legittime) che provoca. Non è democraticamente concepibile né pensabile che le sue decisioni diventino automaticamente l’unica legge che vige a Messina.
Nell’arco di 3 giorni ha fatto una raffica di dirette facebook delle quali abbiamo perso il conto e che hanno un unico filo conduttore: l’intolleranza al confronto e al contraddittorio. Non sfugge a nessuno infatti che in una diretta social c’è un monologo accompagnato da like o commenti nei quali i fan club delle diverse fazioni si azzuffano, spesso senza neanche ascoltare cosa dice De Luca.
In due anni e mezzo la pagina facebook del sindaco è diventato nell’immaginario collettivo il più grande organo d’informazione. Ma quel che è peggio è che, sempre nell’immaginario collettivo e purtroppo anche nella prassi, sta diventando il sostituto dell’Albo pretorio nonché sede unica della “formazione” delle delibere e unico luogo del dibattito politico. E’ un problema nazionale ma si crea un deficit di democrazia. A turno c’è sempre una vittima sacrificale. E non importa se sia il ministro, il governatore, il consigliere, il sindacalista, il giornalista, il commerciante. Su facebook siamo tutti uguali di fronte agli attacchi.
Ma quanto accaduto negli ultimi giorni è preoccupante. I rapporti conflittuali tra un sindaco ed un presidente della Regione, un assessore regionale o un manager della sanità non possono trasformare una città in un ostaggio. C’è una pandemia e non possiamo superarla in un clima di perenne campagna elettorale e di scontro politico. L’ordinanza per Messina zona ultrarossa, al di là degli errori materiali avrebbe causato un danno economico in termini di mancati ristori dal governo Conte che meritava ATTENZIONE.
Non puoi chiudere Messina senza contraddittorio e non puoi, quando iniziano a farti notare gli errori, chiudere tutto, lasciare il campo e scappare con la palla in mano dicendo la colpa è di Croce, dell’Asp, di certa stampa, di Barresi, dei deputati brutti e cattivi, dei negozianti che definisci “falliti”. Il peggior nemico del sindaco De Luca è Cateno. Che senso ha convocare consiglieri, associazioni di categoria, Asp, il 9 e il 10 al Comune se poi in realtà ha già deciso l’ordinanza? Che senso ha riunire tutti se non ascolta nessuno e si deve fare solo e pedissequamente come dice lui? E che pur di non cambiare una virgola della sua ordinanza preferisce far saltare il banco, chiudere il Coc e annunciare le dimissioni? Che fretta c’era, visto che le misure sarebbero scattate il 15 gennaio, di fare un’ordinanza il 10 gennaio, giorno prima dell’entrata in vigore della zona rossa? Perché non ascoltare nei giorni successivi le legittime perplessità e proteste di chi avrebbe comunque pagato le conseguenze delle sue decisioni?
Il sindaco De Luca sa amministrare. Cateno no. Non puoi amministrare una città a colpi di like e di “yes”. Chi scrive “bravo sinnico” sempre e comunque non fa gli interessi né della città né del sinnico. Messina non ha bisogno di divisioni, di lotte tra fan club nella logica del o sei con me o contro di me. Purtroppo abbiamo già vissuto questo clima con Accorinti. Messina ha bisogno di sindaci che sappiano amministrare e dialogare in unità. Invece piombiamo in guerre social nelle quali la ragione lascia il posto all’ira. Cateno avrebbe bisogno di un “no-trainer”, di un allenatore che almeno una volta al giorno gli ricordi che anche i migliori al mondo possono non avere ragione sempre e comunque. Il confronto arricchisce e costruisce.
Le invettive contro Tempostretto le abbiamo già vissute con Accorinti, così come le minacce dei leoni da tastiera, gli insulti. Siamo giornalisti e sappiamo che fa parte delle conseguenze della nostra professione. Abbiamo le spalle larghe e il fatto che sindaci diversi ci attacchino significa che non facciamo differenze. Ma il nostro ego vale niente in confronto a quello che Messina sta attraversando e che necessita di TUTTI e TUTTI INSIEME.
Nel gennaio 2020 De Luca minacciava le dimissioni se l’Aula non avesse votato il cambio di passo. Magari non è il consiglio comunale più bello del mondo, ma nessuno è perfetto. Un anno dopo siamo di nuovo al punto di partenza, con le minacce di dimissioni peraltro anche opinabili. De Luca ha fatto tutto da solo. Da solo ha fatto l’ordinanza, da solo l’ha corretta, da solo ha annunciato che l’avrebbe modificata, da solo si è arrabbiato perché veniva contestata, da solo in una sfilza di dirette facebook ha lanciato fendenti a destra e a manca, da solo ha revocato l’ordinanza. Non si possono minacciare le dimissioni ogni qualvolta qualcuno dissente dal suo operato.
Ma soprattutto non si può lasciare Messina senza un sindaco . Anche un sindaco “normale” può gestire la pandemia come stanno facendo decine di sindaci in Italia. Senza dirette facebook, senza scontri estenuanti. C’è una via di mezzo in ogni cosa e si trova nel dialogo, nell’accettazione dell’altro. Quando De Luca dice “non è utile un sindaco sceriffo” ha ragione. Serve un sindaco che sappia amministrare, conoscere le carte, battersi per ribadire la dignità di Messina, come ha fatto lui. Ma non serve uno sceriffo.
Siamo tutti in prima linea ed il grazie in questo momento va a quanti a diverso titolo stanno combattendo il virus in frontiera, ognuno con il proprio ruolo. Un grazie infinito. E se vinciamo questa battaglia al virus lo facciamo solo perché siamo stati uniti. I medici, gli infermieri, il 118, gli operatori sanitari ci stanno salvando. E anche quelli che operano in modo invisibile ed in altri ruoli ci stanno salvando. Chi rispetta le regole ci sta salvando. Chi le fa rispettare ci sta salvando. Abbandonare il campo dando la colpa agli altri perché non obbediscono è il modo peggiore per lasciare un segno a Messina. “Torni a bordo… sindaco”. Serve De Luca.