MESSINA – Teresa è madre di quattro bambini, è disoccupata e ha uno sfratto a pesare ancora di più sul suo futuro. Teresa (il nome è di fantasia) è invalida al 78 per cento e dal 2020 è inserita negli elenchi dell’emergenza abitativa del Comune di Messina. Il suo sfratto esecutivo, per lei che da poco ha partorito il quarto figlio, è stato rinviato al prossimo 7 giugno e la sua storia è raccontata dal S.I. Sindacato intercategoriale Cobas (Comitati di base) e dalla sua rappresentante Valentina Roberto.
«In queste settimane non sono mancate le interlocuzioni con il dirigente del dipartimento Politiche della casa. Scriveremo al prefetto e cercheremo un dialogo con il commissario Santoro. Di certo, non permetteremo un finale peggiore per questa donna e i suoi figli. Che le istituzioni si assumano le loro responsabilità», sottolinea la sindacalista.
È una vera e propria emergenza, in città, quella delle case popolari da assegnare a chi vive una condizione abitativa precaria. Anzi, è “un problema strutturale”, come denuncia l’Unione Inquilini.
Da parte sua, Roberto Cicala, presidente della Patrimonio Messina Spa, istituita dalla giunta De Luca nel 2019, annuncia: «Ho consegnato il 30 marzo i lavori per la creazione dei fascicoli degli immobili. Si tratta di tutti gli alloggi dell’Erp, Edilizia residenziale pubblica, appartenenti al Comune».
Ecco la novità: «Il fascicolo prevede anche il censimento degli occupanti e l’aggiornamento contabile della locazione. I lavori sono assegnati a quindici tecnici già registrati nell’albo digitale e la durata è di 30 giorni. Avviamo un censimento di 1324 immobili», illustra Cicala.
La Patrimonio Spa si occupa, in regime di House Providing, del servizio di gestione, dismissione e valorizzazione del patrimonio immobiliare del Comune di Messina. Ovvero, la pubblica amministrazione decide di ricorrere all’autoproduzione di beni, servizi e lavori, anziché rivolgersi al mercato, rispettando procedure di evidenza pubblica.
Nel frattempo, la storia di Teresa richiama l’attualità del tema drammatico degli sfratti.
«A silenziare il problema, negli ultimi due anni, ci ha pensato il blocco attuato dal governo. Tuttavia, è stata bloccata solo l’esecutività degli sfratti. Il caso di Teresa è solo la punta dell’iceberg perché, una volta terminato il blocco, molte famiglie rischiano di essere buttate in strada senza avere nessuna tutela. Il prossimo 7 giugno, oltre all’ufficiale giudiziario, è prevista la presenza di forza pubblica e servizi sociali. Quale sorte per questa donna e i suoi bambini?», si domanda sempre Valentina Roberto.
«Al dipartimento, è ancora in vigore la graduatoria di un bando per l’emergenza abitativa del 2018. E, su 50 famiglie in attesa di una casa, solamente in 25 otterranno l’alloggio popolare. Fino ad oggi le assegnazioni Erp non superano la metà. Ne hanno beneficiato non più di quindici famiglie», fa sapere la sindacalista dei Cobas.
Le assegnazioni in deroga che il Comune di Messina può effettuare sono il 10% l’anno rispetto al patrimonio immobiliare pubblico. «Occorre avere certezze sul patrimonio comunale», evidenzia Valentina Roberto, che ribadisce: «Serve un controllo incrociato per sapere di quante case inutilizzate dispone il Comune e quante siano occupate, ad esempio, da persone che non hanno più i requisiti».
I problemi sollevati da sindacati e associazioni investono il ruolo delle istituzioni.
In base alla determina del 21 dicembre 2021, il presidente Roberto Cicala premette che l’amministrazione comunale di Messina è «proprietaria di un importante patrimonio immobiliare censito e per il quale necessita la predisposizione di un nuovo fascicolo immobiliare». Da questo punto di partenza si procede all’aggiornamento e all’analisi, con il «servizio di redazione di un fascicolo dedicato a ciascun alloggio di proprietà comunale nell’ambito dell’edilizia residenziale pubblica».
Non manca una considerazione sulle condizioni critiche: nell’inventario dei beni immobili del Comune, essi sono «erroneamente indicati, per mancanza delle denunce di variazione, sia al catasto terreni, sia al catasto fabbricati, e pertanto privi di corretta individuazione e consistenza catastale».
Inoltre, si rilevano delle schede inventariali prive di alcuni dati «oggi necessari per una corretta gestione e valorizzazione del patrimonio comunale quali regolarità urbanistica, impiantistica, allacci alle reti dei servizi e delle utenze e dati di ciascun occupante».
Ora, dal 30 marzo, il progetto di Patrimonio Messina Spa è entrato in una fase operativa. I contratti sono stati firmati una decina di giorni fa e dal 28 marzo si è cominciato a inviare il materiale con consegna dei lavori ai professionisti.
Su questa società partecipata non sono mancati in precedenza i conflitti tra amministrazione De Luca e consiglieri comunali. Lo scorso febbraio il Consiglio, su proposta di delibera dei consiglieri del M5S, ne aveva chiesto la liquidazione. Un atto considerato illegittimo dalla giunta.
«Considerato che, all’interno della società, attualmente sono in forza tre unità di personale tecnico e non ci sono professionalità che possano svolgere tali attività in tempi brevi», si legge nel documento, si è proceduto ad affidare l’incarico a professionisti esterni alla società.
Professionisti chiamati a predisporre il fascicolo del fabbricato, dopo gli accertamenti tecnici e amministrativi di ogni singola unità immobiliare.
«Il ribasso totale è stato di circa il 20% e abbiamo aggiudicato tutto a circa 110.000 €.», mette in risalto Cicala, che è anche vicepresidente dell’Amam.
Nei dettagli, si è impegnata la somma complessiva di €. 169.604,40, comprensiva di Iva al 22 per cento, e l’operazione riguarda 15 lotti in diverse zone della città.
«L’incarico professionale consiste nella verifica tecnico-amministrativa dell’immobile, l’accesso presso gli uffici competenti per la ricerca dei dati richiesti, il sopralluogo, lo sviluppo dei dati metrici e di base, la redazione della documentazione fotografica e verbale di sopralluogo. Tutti i dati saranno inseriti in apposite schede in formato digitale», si scrive nella determina della società.
Il censimento progettato dovrebbe essere il primo passo per cambiare l’approccio al problema.
Da anni, dal punto di vista di chi vive il disagio, l’Unione Inquilini affronta questi temi. «Se vogliamo pure estendere il problema alla situazione del risanamento, noi non siamo a conoscenza di quante donne sole con minori, categoria da proteggere, vivano nelle baracche. Per legge, non potrebbero stare lì», tiene a precisare Clelia Marano.
Sempre per l’Unione Inquilini di Messina interviene Antonio Currò: «Allo stato attuale non sappiamo quanti alloggi ci siano in città. Case da utilizzare per risolvere quella che non è un’emergenza, ma un problema strutturale. Per affrontare la situazione delle abitazioni da assegnare a chi ne ha bisogno, da anni invochiamo un censimento che coinvolga Iacp – Istituto Autonomo Case Popolari e le aziende che si occupano delle utenze. Una verifica su più registri è necessaria per avere contezza di quante case siano occupate, ad esempio, abusivamente. Il tutto senza voler alimentare guerre tra poveri ma solo per tutelare diritti».
«Molti alloggi di proprietà del Comune e dello Iacp, questo lo sappiamo con certezza, versano in pessime condizioni, oltre a essere di piccole dimensioni. Dobbiamo finalmente sapere quante abitazioni necessitano di interventi strutturali. Dobbiamo sapere con certezza quanti siano gli appartamenti di trenta/quaranta metri quadri, magari utili per padri separati, per fare un esempio. E quante siano le abitazioni di 80/90 metri quadri, necessarie per altre esigenze», rileva Currò.
«Sono tante le famiglie allargate e tante quelle in difficoltà. Spesso una casa non viene ristrutturata perché si ha paura che qualcuno poi ne approfitti e la occupi. In generale, noi auspichiamo un bando per l’edilizia pubblica che garantisca alloggi sicuri, in modo oggettivamente inattaccabile sul piano della giustizia sociale e dell’equità. Il primo passo è conoscere il patrimonio comunale», aggiunge il rappresentante dell’Unione Inquilini di Messina.
Il punto di partenza, per valorizzare questo patrimonio, è dunque analizzare lo stato degli immobili.
I quindici lotti al centro del censimento avviato da Patrimonio Messina Spa investono una realtà popolare significativa per il tessuto cittadino: Altolia, Camaro S. Paolo, Santa Lucia sopra Contesse – Case Arcobaleno, via Parini, Matteotti, Larderia, Zafferia, Tremestieri, Villaggio Aldisio, Faro Superiore, Ogliastri, Villaggio svizzero, Pace, Minissale, Salice, Gravitelli, Montepiselli, Mangialupi, Gesso, Contrada Fornace (Case Volano) a Santa Lucia sopra Contesse.
Pezzi di città in cerca di un nuovo respiro abitativo, aggregativo e sociale.