MESSINA – “Quello cui stiamo assistendo in questi giorni è l’ennesimo, drammatico gioco delle parti sulla pelle di bambini e ragazzi. Sulla pelle di chi, cioè, rappresenta il futuro delle nostre comunità. Si tratta di una cosa, per noi, intollerabile” a dirlo è Cesare Natoli presidente del Comitato Scuola in Presenza di Messina. La sua presa di posizione scaturisce dopo le decisioni riguardo la ripresa dell’attività scolastica della Regione Siciliana, con Musumeci che ha prorogato il rientro al 13 gennaio, e in seguito all’ordinanza del sindaco di Messina, Cateno De Luca, che di fatto, andando contro le disposizioni regionali, stabilisce quasi due settimane di didattica a distanza nelle scuole di Messina dal 13 al 23 gennaio.
Il comitato “Scuola in Presenza” di Messina, aderente alla Rete Nazionale Scuola in Presenza, intende portare all’attenzione delle autorità e degli organi di stampa, attraverso le parole del presidente Natoli, che la Didattica a Distanza può essere attuata solo in zona rossa e solo se “esistono pericoli di focolai o contagi nella popolazione scolastica”. Per questo la decisione di De Luca viene ritenuta: “Assolutamente immotivata e non accetteremo altri soprusi e altre così evidenti violazioni della normativa vigente”.
“Abbiamo criticato, in questi due anni, molte scelte governative – dice Cesare Natoli – legate alla gestione del delicato rapporto tra emergenza sanitaria ed emergenza didattica. In questo momento, però, ci sentiamo di appoggiare la scelta dell’attuale Governo, che intende giustamente portare avanti la linea del tenere le scuole aperte e di limitare il più possibile la didattica a distanza.
Quello che constatiamo amaramente, ancora una volta e nonostante decine e decine di evidenze scientifiche testimonianti, da un lato, la scarsa presenza del contagio tra le mura scolastiche, e, dall’altro, i gravissimi danni inflitti a bambini e ragazzi dalla didattica a distanza, è il persistere di decisioni arbitrarie e immotivate da parte degli amministratori locali. Decisioni prese sull’onda dell’emotività e della paura, e nella maggior parte dei casi, per finalità demagogiche e ricerca del consenso. Decisioni prese, e questo sconforta ancora di più, ignorando persino le normative che regolano la tematica su cui intendono disporre ordinanze e regolamenti”.
“Abbiamo assistito a un sindaco della tredicesima città d’Italia, Messina, che emana un’ordinanza illegittima sulla chiusura delle scuole, seguito a ruota da altri sindaci della provincia (per limitarci solo al territorio della nostra città metropolitana), e a un presidente della Regione che gli ricorda, implicitamente come tale ordinanza risulti infondata giuridicamente perché emanata in un territorio ancora in zona gialla, laddove, scrive il presidente nell’ordinanza regionale del 7 gennaio 2021, la chiusura delle Scuole e la disposizione della Dad può avvenire solo in zona arancione.
Ebbene, duole far notare, con grande disappunto, che entrambi hanno torto, in quanto il DL 111 del 6 agosto 2021, poi convertito nella Legge 133 del 24 settembre 2021 recita testualmente che la Dad si può istituire solo in zona rossa e, peraltro, solo se nei territori che ricadono in zona rossa si verifichino situazioni “di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica”. Ripetiamo, solo in zona rossa, e solo se, in zona rossa, esistono pericoli di focolai o contagi nella popolazione scolastica, non nella popolazione in generale. Il Governo, cioè, ha giustamente affermato, recependo gli studi scientifici in materia, che qualora si dovesse arrivare a una sofferenza delle strutture ospedaliere (cosa che ovviamente speriamo non accada) le scuole restano aperte, tranne nei casi in cui, in singole istituzioni scolastiche e non in modo indiscriminato su interi territori, si verifichino importanti focolai epidemici.
Nelle loro ordinanze – conclude il presidente del Comitato Sip di Messina – i sindaci che lo hanno fatto e lo stesso presidente della Regione Sicilia, dimostrano quindi di disattendere la normativa, evidentemente, e ciò è inaccettabile, vista la delicatezza e la gravità del momento, oltre che i soggetti su cui tali decisioni ricadono: gli studenti, i giovani, la parte più preziosa della nostra società”.