MESSINA – Subito l’annuncio nel primo Consiglio comunale. Concetta Buonocuore, eletta nella lista per De Domenico sindaco, ha ufficializzato ieri di non aderire al gruppo del centrosinistra e di passare al gruppo misto. Un gruppo che nasce immmediatamente e che ha trovato poi in Maurizio Croce il secondo nome. La scelta ha scatenato un profondo malumore nel centrosinistra, a partire dall’ex candidato sindaco Franco De Domenico e dall’ex consigliere, primo dei non eletti nella stessa lista, Alessandro Russo.
Anche se Buonocuore (nella foto) dichiara di voler rimanere “indipendente”, dalle decisioni in aula emerge come sia una delle tre figure provenienti dall’opposizione, con Dario Zante (Ora Sicilia) e Nicoletta D’Angelo (Forza Italia), che hanno votato il presidente De Luca e il vicepresidente vicario Pergolizzi. Una scelta che ha già permesso di superare i 20 voti della maggioranza. Un atto di fiducia che potrebbe anticipare una posizione favorevole all’amministrazione Basile.
Già Tempostretto aveva previsto la fragilità degli schieramenti tradizionali, centrodestra e centrosinistra, nelle scorse settimane, con “tre consiglieri in direzione verso la maggioranza”.
Ha dichiarato la consigliera in aula: “La mia è una decisione sofferta. Mi è stato rubato il posto di consigliere comunale quattro anni fa e non me la sento di far parte di questo gruppo consiliare (lista di De Domenico sindaco, in squadra con il Pd, n.d.r). Sono una persona libera e starò nel gruppo misto”.
A quale episodio si riferisce Buonocuore? Quattro anni fa, in base a una valutazione diversa del magistrato rispetto a quella di oggi, lei, votata nella lista per Bramanti sindaco, si vide “sottratta” il seggio a favore di Antonella Russo, come giorni fa aveva ricordato Cateno De Luca.
Non fu assegnato a Buonocuore in collegamento con l’attribuzione al secondo miglior candidato, Bramanti. Questa volta invece, nel caso dell’elezione di Croce come secondo miglior candidato, sulla base dell’interpretazione dell’ufficio centrale elettorale, il posto di consigliere è stato tolto al centrosinistra, a danno di Alessandro Russo (la lista De Domenico sindaco). Da qui la scelta del Partito democratico di fare ricorso per rivendicare il seggio.
Ha ribadito lo stesso Russo: “Noi riteniamo che, una volta assegnato il seggio al candidato miglior perdente, in questo caso Maurizio Croce, non fossimo noi, l’altra coalizione, a dover perdere il seggio (secondo il Pd andava tolto alla coalizione di centrodestra, n.d.r.)”.
Così si era espresso il neo eletto presidente del Consiglio comunale De Luca sulla vicenda: “Quando quattro anni fa Cettina Buonocuore perse il seggio a favore di Antonella Russo, il Pd non protestò. Ora che a perdere il posto di consigliere è il partito, il Pd giudica antidemocratica la legge”.
Nella crisi dei partiti, con continui passaggi da uno schieramento all’altro, quella della consigliera Buonocuore sembra più una scelta individuale: quattro anni fa era nel centrodestra; quest’anno nel centrosinistra, ma senza legami con lo schieramento. Da qui una motivazione, nella scelta di cambiare gruppo, facilmente contestabile dal centrosinistra: “Mi era stato tolto il seggio a sinistra, io non avevo fatto ricorso ma ora qualcosa è cambiato. Mi sono resa conto dell’ingiustizia”.
Di recente, Buonocuore aveva così commentato a Tempostretto la sua elezione: “L’interesse della città viene prima di tutto e io rappresento i miei elettori. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo. Io mi occupo di sociale, lavoro con le persone con disabilità e vorrei occuparmi di questo settore”.
Non sfuggono nemmeno le dichiarazioni del consigliere Giovanni Caruso, eletto con la lista De Domenico sindaco ma con Bramanti sindaco nel precedente Consiglio: “Auguri di buon lavoro agli eletti. Metterò a disposizione la mia esperienza e agiremo con onestà intellettuale. Io ho votato più atti di tutti nel periodo De Luca. Sono a disposizione, per il bene della città, a mettere da parte le vecchie frizioni”.
Ecco la reazione di Franco De Domenico, candidato a sindaco per la coalizione di centrosinistra e segretario cittadino del Partito democratico: “Sono dispiaciuto soprattutto per i 23mila messinesi che mi hanno votato e per i 30 non eletti della mia lista che, con i loro voti, hanno contribuito all’elezione di Concetta Buonocuore. In questi casi, bisognerebbe non arrampicarsi sugli specchi e dire la verità. Una volta, per coerenza, ci si dimetteva. Oggi purtroppo è utopia. Forse Buonocuore non ha ancora digerito la mia scelta di non usare una demagogia populista e di non ingannare gli elettori con promesse irrealizzabili. In questa prospettiva, si troverà benissimo con i suoi nuovi compagni di viaggio”.
Sono in tanti, tra gli elettori del centrosinistra, a porre questo interrogativo: “Una domanda su come sia stata fatta la lista me la faccio ed esigo una risposta onesta” (scrive Claudio Staiti, ad esempio, uno fra i tanti, sulla pagina Facebook di De Domenico).
Il candidato sindaco si assume le sue responsabilità ma è evidente che sia mancato qualcosa in termini di partito, di schieramento e di strategia organizzativa.
A sua volta, così si è espresso l’ex consigliere Alessandro Russo, del Partito democratico, sulla sua pagina Fb: “Sappiamo tutti come funziona da noi la mancanza del vincolo di mandato… Ma ottenere un obiettivo e poi cambiare aria mezz’ora dopo, ognuno la veda come vuole, per me è inaccettabile. In questi anni servirà molta forza e tanta determinazione in città, per le strade, sui temi, per potere dare forza a un’idea diversa di Messina, perché i primi passi cui si assiste a Zanca sono mozzafiato. In senso non buono. Io ci sono e ci sarò: troppo il lavoro da fare e anche con modalità e forme mai sperimentate prima: chi si ferma è già perduto”.
In più una precisazione polemica sempre da parte di Russo: “L’elezione dei vice presidenti del Consiglio comunale va fatta come prevede lo Statuto comunale – rileva Russo – in una sola votazione. Il tutto proprio per assicurare che alle minoranze si assicuri una rappresentanza nell’ufficio di presidenza. Fare due elezioni separate consentirà alla maggioranza di eleggersi due vice presidenti, schiacciando le minoranze. Lo capirebbe persino un bambino. Ma se questo principio democratico è già messo in discussione, per essere aggirato alla prima seduta senza che susciti particolare indignazione, è un pessimo segnale”.