Studiosi delle università della Calabria, di Parma, Nova di Lisbona, docenti e alunni del Liceo Bisazza, hanno presentato “Il multiforme Cannizzaro: poeta, filosofo, traduttore, demologo”, fornendo al pubblico ampia lettura dei testi di un intellettuale dalla personalità poliedrica e sfaccettata, messinese ma europeo per sentire e cultura.
In apertura Daniela Bombara e Barbara Sisalli, docenti del Bisazza, hanno magistralmente illustrato il Cannizzaro demologo scegliendo, fra i “Canti popolari del messinese”, quelli erotici, che lo studioso tentò inutilmente di dare alle stampe; l’aspra esistenza del popolo di Messina, come pure le sue passioni e paure, sono balzati in primo piano da un secolare oblio. Solo in anni recenti l’editore Armando Siciliano ha reso disponibili componimenti ‘piccanti’ ma anche animati da un interesse profondo per le tradizioni della comunità cittadina.
Tre giovanissime diplomande del Bisazza, Claudia Giaimo, Marzia Giacobbe, Elena Mamazza, guidate da Giuseppe Lo Castro, professore dell’Università della Calabria, hanno anch’esse restituito alla memoria della città pregevoli opere poetiche di Cannizzaro, intrise di spleen decadente, o di tagliente fervore polemico, con una lettura chiara e attenta, particolarmente godibile.
Gianfranco Ferraro, dell’Università Nova di Lisbona, ha presentato il pensiero di Tommaso Cannizzaro, studioso alla ricerca di un’identità nazionale nutrita di contatti e legami con letterati e critici di tutta Europa con i quali aveva intessuto un vasto carteggio, tutto ancora da esplorare sistematicamente, perché solo parzialmente indagato dai critici.
Ugualmente Manuel Masini, dell’Università Nova di Lisbona, e Andrea Ragusa, ricercatore all’Università di Parma, hanno ribadito la necessità di esaminare l’opera di Cannizzaro come mediatore culturale fra Italia e Portogallo; il letterato messinese, ha affermato Ragusa, è molto più noto in ambito lusofono, fra gli studiosi di cultura portoghese, di quanto lo sia in Italia.
Infine Stefano Morabito, docente di spagnolo all’Università di Messina, ha tratteggiato un altro importante aspetto del Cannizzaro traduttore, primo in Italia a fornire la versione italiana del notissimo poema spagnolo, El Cid Campeador; con rapidi ma significativi accenni, Morabito ha illustrato pregi e limiti di una traduzione di grande rilevanza, anch’essa caduta in quel colpevole oblio che ha avvolto quasi tutta l’opera del Nostro.
Due abili musicisti, Francesco Ingemi al pianoforte, e Jhey Mark Hernandez alla chitarra, rispettivamente diplomato e alunno del Liceo Bisazza, ci hanno fatto percepire l’atmosfera sonora delle opere, introducendoci in un mondo fascinoso, ormai irrimediabilmente scomparso, eseguendo opere di Rachmaninov, Satie e Calatayud.
La serata, impegnativa perché ricca di interventi diversificati, ha avuto il merito di restituire ai messinesi uno dei suoi più significativi scrittori nella dimensione del traduttore, pensatore e demologo, mentre nei giorni precedenti si sono affrontati altri aspetti, altrettanto rilevanti, di Cannizzaro come autore della Divina Commedia in siciliano, poeta, studioso, nel quadro delle iniziative che il Comune di Messina ha dedicato all’autore.
Timido, umbratile, Tommaso Cannizzaro non riuscì nel corso della sua esistenza a divulgare adeguatamente i suoi scritti. É doveroso che la città di Messina, in sinergia con studiosi italiani ed europei, si impegni per completare l’opera, che costituisce un tassello importante dell’identità culturale messinese, ma anche italiana ed europea.