MESSINA – Il giorno del Pgtu in Consiglio comunale è arrivato. Il passaggio tecnico di cui l’assessore alla mobilità Salvatore Mondello aveva parlato è avvenuto nel pomeriggio di ieri, quando il Piano generale del traffico urbano è stato finalmente esposto ai consiglieri presenti. Se n’è parlato tanto negli anni scorsi e lo stesso assessore lo ha ribadito in apertura del proprio intervento.
I lavori, coordinati dal vicepresidente del Consiglio comunale Nello Pergolizzi, sono stati aperti dall’intervento del sindaco Federico Basile, che ha parlato di “una nuova stagione”. “Oggi avrete la possibilità di conoscere in maniera tecnica e specifica il Piano generale del traffico urbano – ha dichiarato rivolgendosi ai consiglieri -. La programmazione di una città deve passare dalla visione complessiva e il Pgtu non è finalizzato a sapere quali vie utilizzare ma a comprendere come la città debba riprendersi i propri spazi. Questa è un’occasione importante per rimarcare come questa amministrazione abbia sempre avuto, insieme alla precedente, una visione strategica ampia. Questo strumento e gli altri che ci saranno daranno un nuovo volto alla città”.
Di “momento importante” ha parlato anche Mondello: “Questo è un lavoro iniziato tempo fa, con i primi passi fatti nel 2018. Nel 2019 siamo riusciti a trasmettere il documento alla Regione e poi ci sono voluti tre anni per l’approvazione, ma queste sono le beghe burocratiche che fanno parte di alcuni percorsi. La visione va al di là dello strumento stesso. Il Pgtu assume rilevanza per alcune questioni aperte e ci permetterà di evitare scontri su argomenti come le isole pedonali di via dei Mille o di Torre Faro, mettendo fine a veri balletti e portandoci a pianificare in maniera complessiva. Oltre al Pgtu, a complemento di una strategia generale, vanno inseriti i due piani altrettanto importanti: quello dei parcheggi, già in fase attuativa e approvato dal precedente Consiglio comunale, e quello con valenza decennale che è il Pums, fermo alla Regione per la valutazione ambientale e strategica”.
Le reazioni dei cittadini, per Mondello, non saranno facili da gestire: “Sarà un cambiamento non solo tecnico ma culturale. Al Consiglio comunale chiedo di aiutare con uno sforzo importante a questo passaggio. Se continuiamo a perpetuare la logica della bottega che ha la necessità di parcheggiare la macchina davanti la porta siamo sulla strada sbagliata. Dobbiamo migliorare i supporti: se vieto di usare la macchina devo dare la possibilità di usare una struttura in egual modo. E ognuno di noi dovrà fare la sua parte, dando la possibilità alla città di cambiare sotto il profilo culturale”.
A esporre il progetto è stato l’ingegnere Guido Francesco Marino, della società di ingegneria Tps Pro di Perugia, gruppo appaltante del Piano del traffico ma anche del Pums, per cui ci vorrà ancora qualche mese. “Nei piani precedenti si parlava solo di veicoli sulle strade, di semafori e di nessun altra componente veicolare. Non c’erano priorità, ma c’era una visione monocentrica sull’auto. Questo piano definisce delle priorità: abbiamo al primo posto la pedonalità, il muoversi al piedi o in bici, poi il trasporto pubblico e solo infine il mezzo privato. Così vengono ridefiniti i criteri con cui guardare gli spazi pubblici. Le strade non devono essere viste e vissute soltanto come ambito di spostamento veicolare ma come luogo d’incontro”.
Un punto centrale già esposto più volte dall’assessore Mondello sarà collegare le due grandi isole pedonali del centro città, il Duomo e Piazza Cairoli, che caratterizzano Messina dal punto di vista culturale, storico e turistico e da quello prettamente commerciale. Per farlo si utilizzeranno sia varie isole pedonali sia quella che Mondello più volte ha chiamato la “Ztl reale”, per cui però ci vorrà tempo perché servirà predisporre i sistemi informatici da collegare ai varchi, che saranno aperti o chiusi in base alle esigenze e sul modello delle grandi città italiane ed europee che li usano.
Marino ha parlato anche di affaccio al mare: “Nel Piano è prevista la valorizzazione di nuovo affaccio al mare come accadeva sul finire degli anni ’90, con il fronte mare in via Vittorio Emanuele II, poi coperto dagli approdi delle navi croceristiche. Per questo è stato ipotizzato un uso reversibile del quarto approdo d’attracco croceristico, ma per l’uso promiscuo della zona bisognerà accordarsi con l’Autorità Portuale”. E poi la pedonalizzazione, che “richiederà una pressione veicolare nelle sue adiacenze che non può essere quella attuale. Abbiamo ravvisato l’opportunità di istituire delle zone 30, come quelle tra via Cesare Battisti e Corso Cavour o tra via Cesare Battisti e via Garibaldi. Si tratta di aree perimetrate con velocità massima di 30 km/h. Ciò che cambia è la percenzione perché si deve agevolare la mobilità dei pedoni, quindi in corrispondenza dei punti d’accesso è previsto l’allargamento dei marciapiede e il restringimento della carreggiata”. Si parla di zone che vanno dal Viale San Martino fino a Via Santa Cecilia e da Via Cesare Battisti fino a Via Catania. E a proposito di isole pedonali, qualora verranno istituite quelle permanenti saranno previsti cambi di sensi di marcia per agevolare la circolazione, come nel caso di Torre Faro e dell’inversione del senso di marcia da via Nuova a via Palazzo.
Capitolo piste ciclabili e trasporto pubblico. Alle due piste previste, il percorso jonico lungo la costa e quello degli Appennini che unirebbe la Sicilia alla Calabria lungo la dorsale, sarà integrato un percorso tirrenico. Incentivare l’utilizzo delle due ruote è fondamentale e va di pari passo al sistema di trasporto pubblico. Marino spiega che “nell’ordine di priorità in ambito urbano precede la mobilità individuale con mezzo privato motorizzato. La visione fondamentale che nasce da quella conformazione a pettine che ha Messina è di un servizio di trasporto pubblico gerarchizzato. Lungo la dorsale due servizi devono essere performanti, quelli su ferro: metroferrovia e tram. E poi abbiamo dei servizi complementari, quelli automobilistici a tre livelli: shuttle, linee ordinarie e autobus elettrici, oltre al servizio che è in studio della metromare, che dovrebbe complementare il servizio oltre l’Annunziata, al capolinea nord, lì dove Messina soffre una notevole congestione di traffico”.
In questo sistema, il ruolo centrale lo avrà il tram. Marino spiega cosa sono i “perditempo del tram”. Si tratta delle intersezioni veicolari semaforiche e degli attraversamenti pedonali, che costringono il mezzo a non superare una certa velocità proprio a causa delle sue caratteristiche, con tempi di frenata lunghi. “Gli attraversamenti pedonali vanno regolamentati con luci semaforiche per permettere al tram di andare più veloce. Tutti, anche i bambini, sanno che in caso di semaforo rosso non bisogna attraversare e così al tram sarebbe permessa una velocità maggiore. Sistemare la situazione può ridurre il tempo di percorrenza del tram di 15 minuti su 40. Il tram diventa centrale e va ad assumere una funzione molto più importante di quella odierna. E con esso anche i parcheggi d’interscambio, quelli nuovi e quelli già esistenti”.